Un “dibattito surreale”. Così a PiazzaPulita su La7, l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, definisce il dibattito degli ultimi giorni sull’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil. Secondo Prodi “questi aumenti di spesa, che bisogna fare per avere la difesa, si debbono fare quando si è fatta un politica estera e della difesa europea comuni”. “Io sono molto preoccupato del fatto che la Germania abbia di molto aumentato il suo bilancio della difesa, che doveva fare – prosegue Prodi – Però fare prima questo e poi vedere chissà quando una politica europea comune è pericoloso perché, voglio dire, lei stanzia 100 miliardi di euro, l’industria tedesca comincia a lavorare sulle commesse, e le politiche dei diversi stati si dividono”.

Una modalità che, puntualizza il conduttore Corrado Formigli tirando le somme del ragionamento di Prodi “rafforza i nazionalismi” a scapito quindi della difesa europea comune. Questo passo, secondo Prodi va fatto ora: “Se non lo facciamo adesso non lo facciamo più”. Fare una politica di difesa comunitaria “in tutta Europa”, specifica ancora l’ex premier, “non si può perché c’è l’unanimità. Allora bisogna fare come con l’euro, una cooperazione rafforzata”. A trascinarla, secondo Prodi, i quattro Paesi più “forti” in Euoropa, Francia, Spagna, Germania e Italia, che così potranno trascinare almeno altri 10 Stati in questa politica comune.

Una posizione vicina a quella di Conte e lontana da Draghi? Per Prodi no. Che specifica: “No, su questo non si è discusso, perché se si discute su questo io voglio vedere chi è in disaccordo”

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