Dopo settimane di proteste per il rincaro dei carburanti e critiche dell’opposizione, il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato martedì un pacchetto di misure economiche per limitare gli effetti della crisi energetica e dell’aumento dei prezzi provocati dalla guerra in Ucraina. Oggi l’istituto di statistica spagnolo ha comunicato che in marzo l’inflazione ha toccato il 9,8% registrando l’incremento più marcato dal 1985. Il nuovo piano anticrisi del Governo, nato da un accordo tra i socialisti del Psoe e Unidas Podemos e che dovrà essere convalidato dal parlamento, stanzierà in tutto 16 miliardi di euro, di cui 6 miliardi saranno aiuti diretti e 10 miliardi prestiti agevolati con garanzie dell’Ico (Instituto de Crédito Oficial). Il pacchetto è suddiviso in cinque moduli: famiglie e lavoratori; imprese; trasporti; cybersicurezza; energia.

La decisione più attesa è la riduzione di 20 centesimi al litro del prezzo del carburante (di questi, 15 centesimi li applicherà lo Stato, e un minimo cinque i gruppi petroliferi) valido sia per i professionisti sia per i privati, dal 1 aprile al 30 giugno. Il governo stima che l’impatto sul bilancio pubblico in termini di mancato gettito sarà di 1 miliardo e 423 milioni di euro. Si estende inoltre il bonus sociale elettricità, che arriverà a circa 1,9 milioni di famiglie. Queste misure sono in linea con quelle già adottate dal governo italiano che, lo scorso 18 marzo, con un decreto ministeriale ha tagliato di 25 centesimi le accise su benzina e diesel fino alla fine di aprile, e ha ampliato il bonus sociale a 5,2 milioni di famiglie.

Il pacchetto spagnolo prevede però anche il divieto dei licenziamenti per cause legate al rincaro dell’energia, per le imprese che ricevono aiuti pubblici. Il governo dà alle aziende la possibilità di accedere all’Erte (Expediente de Regulación Temporal de Empleo, una specie di cassa integrazione) per limitare gli effetti della crisi. “Non è necessario licenziare, abbiamo tutti i meccanismi di protezione sociale perché questo non avvenga”, ha affermato la ministra del lavoro, Yolanda Díaz, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri. Ha ricordato che se un imprenditore decide di procedere al licenziamento per questi motivi “dovrà restituire gli aiuti pubblici che ha ricevuto”.

Un’altra misura importante è la limitazione fino a un massimo del 2% dell’aumento del prezzo degli affitti nei contratti che si rinnovano nei prossimi mesi. Sebbene si tratti di una misura temporanea fino al 30 giugno, può essere prorogata nel caso in cui la crisi dovesse persistere. Il piano anticrisi prevede anche l’aumento temporaneo del 15% dell’ingreso minimo vital (il reddito di cittadinanza) nei prossimi tre mesi. Secondo i dati del Ministerio de Seguridad Social, il reddito varia in base al tipo di nucleo familiare: da un minimo di 461,63 euro a un massimo di 1.081,59 euro al mese. Per il prossimo trimestre il governo mantiene inoltre la riduzione delle tasse sulla fattura dell’elettricità e l’Iva al 10%.

Per quanto riguarda le imprese, il Consiglio dei ministri ha approvato anche una nuova linea di prestiti agevolati con garanzie dell’Ico (Instituto de Crédito Oficial) per un valore di 10 miliardi di euro. Inoltre ha esteso la scadenza dei prestiti Ico concessi durante la pandemia e il termine di grazia per i settori più colpiti dall’attuale crisi. Il pacchetto include anche aiuti diretti ai diversi settori: 430 milioni di euro per il primario (362 milioni per agricoltura e allevamento, 68 milioni per la pesca) e 500 milioni per l’industria. Dopo settimane di proteste e scioperi, il settore trasporti è uno dei protagonisti degli aiuti compresi in questo pacchetto, a cui andrà circa un miliardo. Questa cifra include sia la riduzione del costo dei carburanti sia un fondo di 450 milioni di aiuti diretti alle aziende di trasporto merci e passeggeri.

Il governo ha inserito nel pacchetto anche un fondo di circa un miliardo dedicato alla cybersicurezza, che servirà per creare un centro di operazioni e per potenziare la sicurezza delle nuove reti di comunicazione 5G. Anche il governo italiano, con il decreto del 18 marzo, ha previsto un rafforzamento in questo ambito. Tra le misure previste in ambito energetico, la ministra per la Transizione Ecologica, Teresa Ribera, ha annunciato che si estende fino al 30 giugno il meccanismo per ridurre gli eccessi di profitti nel mercato elettrico, provocati dall’aumento del prezzo del gas –da cui deriva quello dell’elettricità– a livello internazionale.

A questa misura se ne aggiunge un’altra, che verrà annunciata nei prossimi giorni. Il Consiglio Europeo della scorsa settimana ha riconosciuto a Spagna e Portogallo la cosiddetta “eccezione iberica”, per l’alta percentuale di energie rinnovabili presenti in entrambi i paesi –il gas rappresenta solo il 15% del mercato spagnolo ma condiziona il prezzo generale dell’energia– e per la minima interdipendenza energetica con il resto d’Europa. La crisi attuale ha messo in luce la debolezza delle connessioni tra la penisola iberica e gli altri stati. Una soluzione potrebbe essere terminare la costruzione del gasdotto Midcat, che collegherebbe la Francia e la Spagna attraverso la Catalogna, ma il cui progetto era stato accantonato per gli elevati costi di realizzazione. In assenza di infrastrutture adeguate, la penisola punta sul trattamento speciale concesso dal Consiglio Europeo, che permetterebbe ai due paesi di limitare temporaneamente il prezzo del gas usato per generare l’elettricità e ridurre così il costo delle bollette. L’ultima parola però spetterà alla Commissione Europa.

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