Sostegni a Regioni, enti, associazioni e terzo settore per l’accoglienza complessiva di 75mila profughi. A stanziarli è la bozza del “decreto Ucraina” che sarà discusso oggi in Consiglio dei ministri: nello specifico, 60mila “unità” di finanziamento sono destinate all’assistenza di profughi che abbiano trovato autonoma sistemazione, altre 15mila per “ulteriori forme di accoglienza diffusa” da predisporre “mediante i Comuni, gli enti del Terzo settore, i Centri di servizio per il volontariato, gli enti e le associazioni e gli enti religiosi civilmente riconosciuti”. Altri contributi ancora riguardano l’assistenza sanitaria delle Regioni per 100mila rifugiati.

Per assicurare la funzionalità della macchina burocratica di fronte all’arrivo dei rifugiati – prevede inoltre la bozza – sarà possibile modificare i contratti di somministrazione del personale che se ne occupa in deroga alla normativa in vigore. “In considerazione dello stato di emergenza e attesa la necessità di far fronte alle eccezionali esigenze determinate dal massiccio afflusso di sfollati nel territorio nazionale – si legge – al fine di assicurare, fino al 31 dicembre 2022, la funzionalità della Commissione nazionale per il diritto di asilo e delle commissioni e sezioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, i contratti di prestazione di lavoro a termine, stipulati tramite agenzie di somministrazione lavoro, nell’ambito del progetto finanziato con i fondi destinati dalla Commissione Europea all’Italia per fronteggiare situazioni emergenziali in materia di asilo possono essere modificati anche in deroga all’articolo 106 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50″. Per gli stessi motivi anche il Viminale, “al fine di consentire una più rapida trattazione delle istanze avanzate da cittadini stranieri interessati dalla crisi internazionale in atto, è autorizzato a utilizzare fino al 31 dicembre 2022 le prestazioni di lavoro con contratto a termine. I relativi contratti, già stipulati con le agenzie di somministrazione lavoro, possono essere modificati anche in deroga”. Gli oneri che derivano da questo articolo sono pari a oltre 24,7 milioni per il 2022.

Ancora, “è consentito l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti cittadini ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022 che intendono esercitare nel territorio nazionale, presso strutture sanitarie o sociosanitarie pubbliche o private, una professione sanitaria o la professione di operatore socio-sanitario in base a una qualifica professionale conseguita all’estero regolata da specifiche direttive dell’Unione europea. Le strutture sanitarie interessate possono procedere al reclutamento temporaneo di tali professionisti, muniti del Passaporto europeo delle qualifiche per i rifugiati, con contratti a tempo determinato o con incarichi libero professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa, in deroga alla normativa vigente”

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