La Svizzera blocca i conti degli oligarchi. Il Consiglio federale elvetico, nell’ambito dell’ampliamento delle sanzioni alla Russia per il conflitto ucraino, ha bloccato i conti correnti di 223 persone, tra cui si oligarchi e persone vicine al presidente russo Vladimir Putin.

La misura è stata ufficializzata dal governo federale svizzero con entrata in vigore venerdì 4 marzo alle 18. Il nuovo pacchetto vieta le transazioni con la Banca centrale russa e l’esportazione in Russia di tutti i beni che potrebbero contribuire al rafforzamento militare e tecnologico di Mosca o allo sviluppo del suo settore di difesa e di sicurezza. Non è più permesso esportare in Russia neanche alcuni beni e servizi in ambito petrolifero. Inoltre è vietata l’esportazione di determinati beni e tecnologie impiegabili nell’aviazione e nell’industria spaziale. Il divieto riguarda anche alcuni servizi legati a questi beni, ad esempio assicurazioni, riparazioni, ispezioni, così come l’intermediazione e l’assistenza finanziaria. È vietato fornire finanziamenti pubblici o assistenza finanziaria per il commercio o gli investimenti in Russia. Altre misure in questo ambito riguardano cartevalori, mutui e l’accettazione di depositi. L’attuazione delle sanzioni – assicura il Governo federale – avviene nel rispetto della neutralità. E la Confederazione intende evitare che le sanzioni ostacolino le attività umanitarie.

Giovedì invece le autorità francesi avevano fatto sapere di di aver sequestrato Amore Vero, lo yacht del numero uno del gruppo petrolifero Rosneft, Igor Sechin, nella località mediterranea di La Ciotat. La barca vi si trovava dal 3 gennaio per la manutenzione annuale. Quando i doganieri francesi sono arrivati per ispezionare lo yacht, l’equipaggio stava preparando una partenza urgente, anche se i lavori di riparazione non erano finiti e la barca è stata sequestrata per impedirne la partenza.

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Ucraina, il dilemma della resistenza è legato al futuro dell’Europa stessa

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