La Toscana ha deciso. È la frazione di Castelnuovo dei Sabbioni – nel comune di Cavriglia in provincia di Arezzo – che si aggiudica i 20 milioni del bando del Pnrr per la rigenerazione dei borghi. Soldi che potranno contribuire anche alla riqualificazione ambientale dell’ex-area mineraria, in corso di progettazione con la collaborazione di Enel. In questa zona, infatti, per estrarre la lignite furono demoliti paesi, case, chiese e un castello, e anche Castelnuovo, ai margini del cratere lunare creatosi durante gli scavi, ormai rischiava di franare. Ecco quindi l’esigenza di un recupero del borgo non solo dal punto di vista abitativo, sociale e della memoria, ma anche territoriale.

Qui, va detto, non c’è stata la pioggia di polemiche che da alcune settimane sta accompagnando le scelte sulla destinazione delle risorse per l'”attrattività” dei piccoli centri grazie al miliardo messo a disposizione dal Recovery plan. La diatriba ha riguardato i criteri con cui le regioni avrebbero scelto il comune destinatario della cifra più importante (20 milioni). In assenza di linee guida precise, i governatori si sono mossi in ordine sparso generando un fiume di proteste da parte di Anci, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, Touring Club e perfino gruppi di comuni che condividono aree geografiche particolarmente sensibili al problema. In Toscana le cose sono andate meglio perché è stato emesso un avviso pubblico con criteri chiari e il finanziamento alla fine è andato al borgo che più degli altri ha risposto alle richieste.

Fino ad ora Castelnuovo dei Sabbioni era ricordato sui libri soprattutto per due stragi: la prima avvenuta nel 1267 per opera di Raniero de’ Pazzi (che per questo fu inserito da Dante nel XII canto dell’Inferno); la seconda, terribile, il 4 luglio 1944 a opera delle truppe naziste che uccisero 74 persone indifese. Per il resto la storia del paese è legata all’estrazione della lignite che sin dalla metà del Novecento diventò la causa del suo spopolamento: quando nel 1994 l’Enel restituì il borgo al Comune di Cavriglia, più nessuno volle tornare ad abitarlo, se si eccettuano l’utilizzo del borgo nel 1995 per girare il film Ivo il tardivo di Alessandro Benvenuti e il Museo mine che fu istituito nel 2012 per raccontare la locale storia della miniera. Grazie al Pnrr e al bando per il recupero dei borghi abbandonati, c’è quindi la possibilità di un’inversione di tendenza.

E’ stato il presidente della Giunta regionale della Toscana, Eugenio Giani, a comunicare che, dopo attenta valutazione dei 42 progetti di recupero di altrettanti borghi, è stato scelto quello del Comune di Cavriglia che ha per obiettivo il rilancio e la riqualificazione del borgo di Castelnuovo dei Sabbioni che, tra l’altro, dal 2026 tornerà a chiamarsi Castelnuovo in Avane. “Tra i 42 borghi che hanno partecipato all’avviso è quello che maggiormente rispondeva ai criteri individuati dal Ministero. Inoltre il fatto di avere un proprietario unico, il Comune, semplificherà la realizzazione degli interventi necessari alla sua riqualificazione. Sarà un modo – ha aggiunto il Presidente – per risarcire la ferite provocate dalla guerra e dalla sfruttamento delle miniere”.

Ma perché proprio Castelnuovo dei Sabbioni e non un altro borgo? Risponde sempre Giani: “Perché quando la commissione incaricata, presieduta dal Direttore del dipartimento cultura della Regione, Elena Pianea, ha vagliato i progetti, il borgo rispondeva perfettamente alla lista degli elementi valoriali elencati nelle linee guida del Ministero. Ovvero: era un borgo spopolato, in questo caso a causa del dissesto territoriale; era un luogo di eccidio; il progetto proponeva la realizzazione di residenze e social housing, la creazione di un albergo diffuso, l’area era limitrofa a un parco, il borgo poteva avere una funzione culturale e tutto il borgo risultava pubblico”. Nel borgo recuperato nasceranno due musei, gli spazi pubblici saranno rigenerati, così come i giardini, i luoghi della memoria, le residenze turistiche che formeranno un albergo diffuso e quelle private e specializzate. E ancora, saranno aperte una casa dell’arte contemporanea, residenze per artisti, botteghe commerciali e artigianali, abitazioni dedicate al social housing e ai giovani.

L’intenzione è di valorizzare un borgo da cui si gode una vista bellissima tutt’attorno, il lago su un lato e l’affaccio verso il Chianti, a due passi dalla ciclopista dell’Arno che risale verso Gaiole. Inoltre sono previsti restauri delle case e ricostruzione degli immobili che il tempo e gli scavi minerari hanno danneggiato; infatti essendo il borgo al centro di una serie di emergenze culturali, il vasto intervento di recupero previsto dal progetto finanziato con il bando del Pnrr potrebbe inserirsi dentro una più ampia strategia territoriale che prevede anche la riqualificazione ambientale dell’ex-area mineraria, in corso di progettazione con la collaborazione di Enel.

Tra i più soddisfatti del risultato c’è il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl’Innocenti o Sanni: “È una soddisfazione storica e immensa – ha detto – Fin dal lontano 2003 infatti il borgo è divenuto di proprietà pubblica e lavoriamo alacremente alla ricerca di bandi e finanziamenti per rilanciarlo. Castelnuovo in Avane rinascerà con il suo antico nome, la rinascita di questo paese rappresenta la rinascita di un’intera comunità che ha patito le tragedie delle stragi nazifasciste e l’esilio forzato dovuto alle attività estrattive della lignite. Oggi è un giorno storico per la nostra gente, che segna una nuova svolta epocale per la nostra vita”.

“Ho ancora in mente l’emozione dell’allora sindaco di Cavriglia, Enzo Brogi quando mi dato la notizia”, commenta Alessandro Benvenuti, il regista-attore che nel 1995 girò il suo film “Ivo il tardivo” proprio a Castelnuovo dei Sabbioni: “E io mi sono emozionato con lui. Fu un’esperienza umana, oltre che professionale, incredibile. E mentre giravamo il film, la cui sceneggiatura subì numerosi rimaneggiamenti proprio per il luogo e le vicende che l’hanno caratterizzato, tutti pensavamo a come poter far rinascere il paese, che aveva una storia che non doveva esser dimenticata. Ci pareva impossibile che più nessuno volesse abitarvi e fosse abbandonato. Tutti speravamo di poterci far nascere qualcosa di nuovo, magari un luogo di cultura. Tutti i sindaci che son venuti dopo Brogi hanno aggiunto qualcosa. Fino alla splendida notizia di questi giorni”.

Nell’ambito dell’intervento per i borghi arriveranno in Regione nel complesso 56,5 milioni di euro: i rimanenti 36,5 premieranno un’altra ventina di progetti (su un totale di 42 presentati) e ognuno otterrà fino a un massimo di 1,6 milioni di euro. Di questa parte del bando si occuperà direttamente il Ministero della Cultura che renderà noti i comuni destinatari delle somme il 15 marzo.

(FOTO DAL SITO DEL COMUNE)

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