Oltre 100mila morti di overdose in un anno negli Usa, la maggioranza causata soprattutto dall’abuso di fentanyl, un oppioide cento volte più potente della morfina. Una pandemia silenziosa che hanno messo sul banco degli imputati anche le case farmaceutiche. Che adesso hanno deciso di trovare un accordo con Stati e governi locali per evitare le cause. Johnson&Johnson e tre importanti distributori farmaceutici hanno raggiunto accordi a livello nazionale in Usa per versare 26 miliardi di dollari in risarcimenti per la crisi sanitaria degli oppioidi, dopo le cause intentate.

Gli oppioidi sono usati per la gestione del dolore e provocano grossi problemi di dipendenza. Secondo molti Stati e amministrazioni locali degli Usa, sia le aziende farmaceutiche come J&J sia quelle che si erano occupate della distribuzione di tali farmaci sono responsabili di aver contribuito alla grave crisi sanitaria ancora in corso nel paese che negli ultimi vent’anni ha provocato la morte per overdose di centinaia di migliaia di cittadini.

Johnson&Johnson, AmerisourceBergen, Cardinal Health e McKesson hanno annunciato il piano per il deal lo scorso anno, ma l’accordo era subordinato alla partecipazione di una certa massa critica di governi statali e locali. Il 25 febbraio scorso era il giorno della scadenza per le società per annunciare se ritenevano che un numero sufficiente di governi si fosse impegnato a partecipare all’accordo, rinunciando al diritto di citare in giudizio le società. A questo punto il denaro dei risarcimenti potrebbe iniziare a fluire verso le comunità locali entro aprile.

“Non avremo mai abbastanza soldi per risolvere immediatamente questo problema”, ha affermato Joe Rice, uno dei principali avvocati che hanno rappresentato i governi locali nel contenzioso che ha portato all’accordo. “Quello che stiamo cercando di fare è dare a molte piccole comunità la possibilità di provare a cambiare la situazione”. I soldi non andranno direttamente alle vittime della dipendenza da oppioidi o ai loro sopravvissuti, ma devono essere utilizzati dalle comunità. L’accordo prevede infatti che vengano usate per interventi di sanità pubblica utili a gestire l’epidemia in corso ancora oggi, per esempio per fornire un alloggio alle persone che soffrono di dipendenza e non hanno una casa. E infatti Kathleen Noonan, ceo della Camden Coalition of Healthcare Providers, ha spiegato che una parte del denaro dovrebbe essere utilizzata per fornire alloggio a persone con dipendenze che sono senza tetto. Dan Keashen, portavoce del governo della Contea di Camden, ha affermato che i funzionari stanno pensando di utilizzare i soldi per una campagna di istruzione pubblica per mettere in guardia sui pericoli del fentanil (un oppioide). E vogliono anche mandare più consulenti per la droga nelle strade.

Alla Drug Enforcement Administration, l’agenzia federale che combatte il traffico di droga, dicono di aver sequestrato nel corso del 2021 quantità tali di fentanyl da fornire ogni cittadino degli Stati Uniti di una dose letale. “E, ogni giorno, continuano i sequestri di nuove partite”. A parte i finanziamenti federali, a parte l’opera di repressione (gran parte della droga statunitense arriva dai cartelli messicani, che rielaborano componenti di provenienza soprattutto cinese), ci si chiede a questo punto cosa fare. Una strada possibile è sicuramente la riduzione delle ricette mediche che prescrivono antidolorifici. I medici americani ne hanno negli anni passati ampiamente abusato, tanto che, spiega un esperto dei Cdc, “si prescrivono oppiacei quando ti cresce il dente del giudizio”. L’abuso di anti-dolorifici, fin dalla più tenera età, ha portato a forme di dipendenza dalle droghe che in molti casi si sono rivelate fatali.

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