“Io federatore di un centro politico? Lo escludo“. Neanche due mesi fa Mario Draghi si era autodefinito “un nonno al servizio delle istituzioni”, oggi si tira indietro da qualsiasi leadership partitica e chiude seccamente la porta a chi lo sta cercando in queste ore. “Ho visto che tanti politici mi candidano a tanti posti in giro per il mondo mostrando grande sollecitudine, ma vorrei rassicurarli che se decidessi di lavorare un lavoro lo trovo da solo…”. Così il presidente del Consiglio, rispondendo alle domande della conferenza stampa sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura, si è rivolto alle forze politiche. E ha di fatto replicato ai tanti corteggiamenti arrivati in questi giorni dal centro e non solo.

Tanto che, di fronte a una seconda domanda sullo stesso argomento, ha ribadito: “Lo escludo, chiuso, sono stato chiaro?”. Un tono completamente diverso rispetto a quello usato prima di Natale quando, davanti alla stampa, si disse pubblicamente disponibile a tenere aperte tutte le porte e, implicitamente (ma neanche tanto) pure quella più importante per lui del Quirinale. La corsa però, ormai lo sappiamo, ha avuto esito opposto rispetto ai desideri del premier e la sua candidatura è finita massacrata dai veti dei partiti che a lui hanno preferito l’immobilismo con la rielezione di Sergio Mattarella. Ecco allora che questa volta è proprio Draghi a dirsi indisponibile per qualsiasi futuro le forze politiche abbiano in mente per lui. E quel “sono stato chiaro”, pronunciato oggi, suona come una vera punizione per chi lo ha accoltellato nelle fasi di trattative e negoziazioni.

Draghi oggi assicura di essere concentrato solo sul governo. E parlando del futuro, sempre nel rispondere ai giornalisti, ha assicurato che il suo governo andrà avanti fino alla fine della legislatura e senza rimpasti: “Io lo vedo in maniera relativamente chiara”, ha detto, “il dovere del governo è proseguire e affrontare sfide importanti per gli italiani che sono quella immediata del caro energia, quello meno immediata ma preoccupante che è l’inflazione che sta aggredendo il potere acquisto dei lavoratori ed erodendo, anche se per ora non si vede, la competitività delle imprese, c’è poi l’uscita dalla pandemia e poi il Pnrr che sta andando molto bene”. Sull’ipotesi che la sua squadra venga modificata, ha invece replicato: “La squadra di governo è efficiente e va avanti“. Al di là delle sue aspettative però, resta il fatto che per i partiti si avvicinano gli appuntamenti elettorali. E questo, inevitabilmente, avrà effetti sugli equilibri interni.

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