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Corruzione, ai domiciliari un pm di Salerno: “In cambio di incarichi alla compagna avvocato forniva informazioni riservate agli imprenditori che indagava”

Cinque le misure cautelari emesse dal Gip di Napoli nei confronti del magistrato Roberto Penna, dell'avvocata Maria Gabriella Gallevi, degli imprenditori Francesco Vorro e Umberto Inverso e dell'ex generale della Finanza Fabrizio Lisi. Nell’ordinanza si ipotizzano i reati di corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e corruzione indebita
Corruzione, ai domiciliari un pm di Salerno: “In cambio di incarichi alla compagna avvocato forniva informazioni riservate agli imprenditori che indagava”
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Dopo aver appreso di essere indagato, il pm di Salerno Roberto Penna aveva chiesto e ottenuto di essere trasferito a un altro ufficio a Roma. Stamattina è stato arrestato dai carabinieri del Ros. La Procura di Napoli – pm Antonella Fratello e Antonello Ardituro, procuratore capo Giovanni Melillo – lo accusa di corruzione in atti giudiziari nell’ambito di una complessa indagine che coinvolge alcuni imprenditori, un ex generale della Finanza e un avvocato del foro di Salerno, Maria Gabriella Gallevi, compagna del magistrato. Secondo le ipotesi degli inquirenti, Penna avrebbe fornito informazioni riservate agli imprenditori da lui indagati e avrebbe omesso di procedere in cambio di incarichi legali per la sua compagna.

Cinque le misure cautelari degli arresti domiciliari emesse dal Gip di Napoli nei confronti di Penna, Gallevi, gli imprenditori Francesco Vorro e Umberto Inverso e l’ex generale Fabrizio Lisi. Nell’ordinanza si ipotizzano i reati di corruzione per l’esercizio delle funzioni, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e corruzione indebita. Nel luglio scorso, gli indagati furono perquisiti. Nelle cinque pagine del decreto emergevano le storie di alcuni incontri tra Penna e gli imprenditori, avvenuti a inizio gennaio 2021 nell’ufficio del pubblico ministero. Secondo l’accusa vi hanno partecipato Fabrizio Vorro e Umberto Inverso, i dominus di un consorzio di 93 imprese, Research, operante nei lavori pubblici, e l’avvocato Gallevi. La sede del Consorzio era stata trasferita a Salerno per alcune interdittive antimafia a Napoli. Così Research, per rinfrescarsi l’immagine, aveva poi attribuito un ruolo al generale della Finanza Fabrizio Lisi, un nome già comparso nelle informative sulla P4.

Nel corso di uno di quegli incontri, monitorati dai carabinieri, si sarebbe “discusso della possibilità della Gallevi di procurare buoni uffici al Consorzio presso la Prefettura di Salerno, anche per la stipula di un protocollo di legalità, nonché di avere la disponibilità di funzionari della Prefettura di Salerno per ottenere notizie utili alla tutela degli interessi delle società consortili”. Il pm Penna è stato un magistrato di punta della Procura di Salerno. Ha coordinato molte indagini e seguito l’accusa in molti processi importanti per reati di pubblica amministrazione. Tra cui l’inchiesta e il processo sugli incarichi intorno al termovalorizzatore, che culminarono nella condanna in primo grado a un anno per abuso d’ufficio al governatore della Campania Vincenzo De Luca, all’epoca dei fatti sindaco di Salerno e commissario governativo del costruendo impianto, mai realizzato. La condanna – per la quale De Luca, ai sensi della legge Severino, rischiò di non potersi insediare nella carica di presidente della Campania – è stata poi annullata in Appello. L’assoluzione di De Luca è diventata definitiva in Cassazione.

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