Il Comune di Torino si è costituito in giudizio in appello contro la decisione del Tribunale che ha negato il doppio cognome al figlio di due madri, ritenendo la richiesta basata su un atto amministrativo giudicato illegittimo. Ad annunciarlo il sindaco Stefano Lo Russo che rilancia la questione politica del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. “Il Parlamento legiferi”, ha sottolineato, “non è da Paese civile scaricare un diritto sulle decisioni di sindaci e tribunali, questo produce differenze e discriminazioni. Il quadro normativo è in ritardo rispetto alla società”. E ha poi aggiunto: “Non condividiamo per nulla l’impostazione che i tribunali stanno iniziando a dare – aggiunge Lo Russo – noi rivendichiamo con forza e determinazione la posizione della città che non è solo politicamente netta e chiara ma lo è anche dal punto di vista della legittimità amministrativa”. Per il sindaco l’Italia “è in ritardo strutturale su temi importanti come questo, c’è un Parlamento pigro su queste questioni e lo sollecitiamo a legiferare in materia”. L’udienza è fissata il 18 febbraio.

“Abbiamo deciso di costituirci in giudizio per difendere la legittimità delle decisioni prese in questi anni – aggiunge il primo cittadino. Siamo in un quadro normativo dentro cui ci muoveremo, rispetteremo qualunque sentenza, ma politicamente è ingiusto nei confronti di tanti cittadini che quasi si devono vergognare e fare sotterfugi per vedere riconosciuto un diritto. Senza una legge si crea una discriminazione gigantesca, ed è intollerabile che si possa avere un diritto a seconda di dove si è residenti”. Per l’assessore comunale ai Diritti, Jacopo Rosatelli “questa legislatura del Parlamento rischia di essere quella in cui non si fanno passi avanti sui diritti civili. Torino – ricorda – è stata apripista e vuole continuare a essere città amica delle persone Lgbtq, per questo cercheremo di dimostrare che quello che è stato fatto finora è un atto di giustizia che mira al miglior interesse di bambini e bambine e ad evitare discriminazioni”. Al momento, a Torino, sono 79 i bambini di coppie omogenitoriali iscritti all’anagrafe. Il primo, nel 2018, era stato il figlio dell’attuale assessora Chiara Foglietta, che ha commentato: “La nostra storia non può essere dichiarata illegittima. La decisione di oggi è un atto politico molto importante. I diritti dei nostri figli vengono prima di ogni altra decisione. Il percorso è complesso e la soluzione definitiva ha bisogno di un’iniziativa parlamentare. In assenza di una legge, però, noi ci siamo”.

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