Le fortissime limitazioni alla cessione dei crediti fiscali da bonus edilizi, inserite in corsa dal governo Draghi nel decreto Sostegni ter, continuano ad alimentare proteste all’interno della maggioranza. I parlamentari del Movimento 5 Stelle, che già avevano annunciato emendamenti per ripristinare la possibilità di cessioni multiple pur con maggiori garanzie anti frode, ora annunciano un’interrogazione al ministro dell’Economia con la prima firma del capogruppo in Commissione Finanze Emiliano Fenu e tra i firmatari la capogruppo pentastellata a palazzo Madama Mariolina Castellone. I senatori del M5S ricordano le critiche del Servizio bilancio del Senato e di magistrati come il procuratore aggiunto di Roma Stefano Pesci. “È chiaro che i furbetti vanno fermati”, scrivono, “ma non è affatto limitando la cessione dei crediti d’imposta legati ai bonus edilizi che si risolve il problema. Serve piuttosto un obbligo esplicito per le imprese, che subordini l’accesso al beneficio al possesso di requisiti di professionalità, tra cui l’applicazione al personale impiegato nei cantieri dei contratti collettivi nazionali del settore“. Intanto anche il Coordinamento Free (Fonti rinnovabili efficienza energetica) chiede di combattere gli illeciti “con mezzi che non ledano la credibilità del sistema“.

I senatori M5s ricordano che la norma del decreto, come rilevato dai tecnici del Senato, “disincentiva il ricorso ai bonus edilizi, non sviluppa un serio sistema di controlli antifrode e mette anche a repentaglio le entrate dello Stato“. Per questo i senatori chiedono al Ministero “in quali circostanze si siano verificate in misura maggiore le frodi, per quale ammontare di denaro e con quali modalità, oltre alla ripartizione regionale delle frodi rilevate; in quale fase dell’accertamento siano state evidenziate le irregolarità, se afferiscano a presunzioni o se sia stata già oggetto di verifica l’inesistenza degli interventi dichiarati; se siano state considerate le mancate entrate Iva, Irpef, Ires ed Irap relative al plusvalore derivante dalla circolazione dei crediti fiscali; se si stia considerando l’ipotesi di allegare al credito la documentazione relativa all’intervento che lo origina; se non ci sia margine d’intervento per quanto riguarda modifiche relative ai parametri di certificazione dei crediti fiscali, agendo soprattutto sull’indicazione di caratteristiche funzionali all’individuazione con maggiore certezza di soggetti che operano nell’ambito dell’edilizia; se non ritenga, proprio complice la costruzione di un più efficace modello di controllo a monte, di dovere intervenire sulle controllate Cdp (Cassa Depositi e Prestiti) e Poste Italiane al fine di scongiurare il blocco da parte di queste due istituzioni finanziarie del fondamentale servizio di cessione crediti d’imposta”.

Nuove critiche arrivano anche dai deputati del Movimento Luca Sut, Riccardo Fraccaro e Patrizia Terzoni: “Il Superbonus 110% ha dato e sta dando un grande impulso alla ripresa della nostra economia e tanto può ancora fare: per questo bisogna correggere quanto prima il blocco della circolazione dei crediti fiscali determinato dal decreto Sostegni-ter. Per prevenire e reprimere le frodi servono misure ad hoc che il Movimento 5 Stelle ha già inserito in alcuni emendamenti: con tracciabilità e trasparenza si può consentire la circolazione dei crediti senza penalizzare cittadini e imprese”, affermano. “Sul contrasto alle truffe e alle irregolarità serve innanzitutto avere un quadro chiaro della situazione: per questo abbiamo chiesto al ministro Daniele Franco di riferire in Parlamento fornendo una mappatura precisa del fenomeno delle frodi. Dati alla mano, sarà più semplice adottare misure mirate ed efficaci per prevenire e reprimere le truffe senza bloccare i tanti cantieri in regola e le attività della stragrande maggioranza di imprese e cittadini onesti”.


Il Coordinamento Free (Fonti rinnovabili efficienza energetica) dal canto suo chiede al Parlamento di modificare l’art. 28 del decreto Sostegni ter in fase di conversione “ripristinando immediatamente la possibilità di cessione multipla del credito per tutte le banche e i soggetti vigilati dalla Banca d’Italia. Suggeriamo di considerare la possibilità di ripristinare tale misura anche per altri soggetti privati che insistono sullo stesso cantiere, caratterizzati dal rispetto di requisiti specifici”.

Articolo Precedente

Disuguaglianza da inflazione, “sui consumi delle famiglie povere impatto del 6% contro il 4% dei benestanti. In Francia divario minimo”

next
Articolo Successivo

Superbonus, Patuanelli: “Modifiche subito, porterò tema in Cdm”. Verso il ritorno alla cessione multipla, ma solo a istituti autorizzati

next