di Roberto Del Balzo

Citiamo, in ordine sparso dai vari quotidiani, frasi su Giuseppe Conte pronunciate da Beppe Grillo e per ultimo Luigi Di Maio negli ultimi mesi: “Conte è uno specialista in penultimatum”, “Conte non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”, “Conte è da sfiduciare (leader che ha fallito)”. Tre pesci in faccia, pesci di dimensioni notevoli presi per la pinna caudale e scaraventati con forza sul viso di Giuseppe Conte.

Tre pesci pesanti che quando arrivano sulle tempie stordiscono, lasciano graffi, tagli e lividi: si sono abbattuti sul ciuffo dell’avvocato del popolo non in un angolo nascosto della pescheria in un misero regolamento di conti tra sgherri di coltello ma davanti al mondo intero, stampati con l’inchiostro su tutti i quotidiani, ripresi dai sorrisi col prezzemolo tra i denti degli avversari politici. I tre pesci ovvero le tre affermazioni forti, nette e chiare sono arrivate da Beppe Grillo e Luigi Di Maio che dopo gli hanno anche lasciato la pistola sul comodino: scegliesse lui, Conte, la fine migliore.

Ora, al netto dei mille interessi, della voglia vera di cambiare il paese e far politica, al netto della passione oppure, perché no, del vanto di essere al centro dell’ombelico del mondo c’è una cosa che si chiama dignità. E ogni volta è difficile pensare come la reazione sia quella che abbiamo sempre visto. La dignità prescinde da tutto quello di buono e di sbagliato che l’avvocato del popolo ha fatto. La dignità riguarda il profondo di un uomo che può permettersi, rispetto a tutti noi, di non ingoiare palate di letame e di non farsi prendere a pesci in faccia. La dignità è prendere a piene mani tutta la sua voglia di far politica, tutto quello in cui crede e abbandonare chi di te cerca di farne uno zimbello, chi ti scredita a seconda dell’umore o delle opportunità che passano.

Quanto sarebbe ancor più apprezzato un uomo capace di pulirsi la faccia e mostrare la schiena a chi prima lo ha voluto e poi cercato di abbattere senza alcun tipo di rispetto? È il Movimento 5Stelle che valorizza Conte o viceversa? Non importa, ma sarebbe bello, per noi che non possiamo, vedere un politico che abbandona quel coacervo di personaggi improbabili che in pochi anni si sono dimostrati portatori sani di stupidità, di affermazioni deliranti quasi quotidiane (che pena sentire il povero Dibba dire di essere testimone oculare delle notizie pubblicate sui giornali), dell’impeachment, dell’uno vale uno.

Adesso la sospensione della sua nomina a presidente. Ecco, un testo di una bella canzone di Daniele Silvestri si può riproporre per farne domanda: “Chi non conosce dignità, non può nemmeno percepire umiliazione”.

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