Verso le fasi finali di ogni emergenza “le prerogative dell’organismo costituito per la gestione dell’emergenza vengono ricondotte nell’alveo delle gestione ordinaria” e “a quel punto non ci sarà più bisogno di noi tecnici chiamati in condizioni straordinarie”. Secondo Fabio Ciciliano, componente del Comitato tecnico scientifico, il Cts a breve potrebbe essere sciolto. Di opinione diversa, invece, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di igiene all’Università del Salento – che non fa parte del gruppo di esperti – ma afferma: “Il Cts non costa molto allo Stato, lo terrei“. All’Adnkronos spiega: “E’ un gruppo di esperti che può essere utile“.

Oggi “le condizioni per guardare lontano ci sono tutte. Aspettiamo ancora qualche settimana per essere certi di poter saltare di gioia“, dice Ciciliano in un’intervista al Corriere della Sera. Per questo il Cts a breve potrebbe dire addio: è “una struttura d’emergenza, nata con e per la pandemia. Con la fine dell’emergenza è destinata a sciogliersi. Lo prevede la legge”. Il Comitato è stato istituito il 5 febbraio 2020 dall’allora premier Giuseppe Conte, con l’obiettivo di consigliare e supportare l’attività del governo nella lotta alla pandemia. Con l’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi, sono cambiati anche gli esperti che ne fanno parte: attualmente il Cts è presieduto da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ed è composto da 11 membri, compreso anche il portavoce Silvio Brusaferro.

Già nell’ultimo periodo il Cts ha avuto un ruolo molto meno centrale nell’aiutare il governo a prendere le decisioni, che spesso sono arrivate direttamente da Palazzo Chigi. A maggior ragione ora che i parametri indicano un miglioramento: “L’indice di trasmissione del virus Rt e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti di medicina sono parametri in discesa veloce. Le proiezioni dicono che continuerà così. Il miglioramento è sostanziale“, spiega Ciciliano. E sottolinea un fatto nuovo: “Nelle precedenti ondate la discesa non è mai stata tanto ripida”, e “il merito è dei vaccini e del senso di responsabilità” dei cittadini, anche “la variante Omicron è stata meno aggressiva delle precedenti dal punto di vista clinico e ci ha dato una mano”. Ma il dirigente medico della Polizia di Stato mette in guardia anche dai rischi del ‘liberi tutti’: “Siamo in una fase molto favorevole, però il livello di attenzione deve rimanere alto in quanto siamo ancora nella pandemia. Il virus circola, può sempre colpire ed è meglio non prenderlo perché può far male. Per precauzione estrema continuerei a indossare la mascherina specie in caso di assembramenti”.

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