- 12:59 - Cida-Censis, quasi il 50% di chi sente ceto medio vive timore declassamento
Roma, 20 mag. (Adnkronos/Labitalia) - Si assiste da tempo a una lenta erosione del ceto medio italiano, ma ora il fenomeno è accelerato, e si rischia di perdere il pilastro della nostra società e il fondamento della nostra economia. Oggi il 60,5% degli italiani si sente di appartenere al ceto medio. Prima ancora che una questione reddituale, essere ceto medio è una condizione di identità e status sociale percepito. Ma se nel passato aureo dello sviluppo italiano essere ceto medio significava sentirsi parte di un movimento collettivo in ascesa, oggi prevale la percezione di un declassamento socio-economico: il 48,8% vive il timore di una regressione nella scala sociale e il 74,4% ha la convinzione di un concreto blocco della mobilità verso l’alto.
Questi i dati che emergono dal Rapporto Cida-Censis 'Il valore del ceto medio per l’economia e la società' commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e presentati oggi durante un convegno tenutosi alla Camera dei Deputati, aperto con i saluti istituzionali del vice presidente del consiglio e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani.
“L’obiettivo - ha spiegato il presidente di Cida, Stefano Cuzzilla - è comprendere qual è la percezione del Paese rispetto a quella classe intermedia, né ricca né popolare, che dal 'miracolo economico' in poi ha rappresentato il nostro cuore produttivo, e dare urgentemente voce a quasi metà della popolazione che sta vivendo una fase di declassamento e non è adeguatamente ascoltata”.
Questo nuovo periodo è dominato da una paura palpabile del blocco della mobilità sociale “non solo per i redditi più bassi - come specificato da Cuzzilla - ma anche per le fasce di reddito fino a 50.000 euro e oltre, che sono quelle che trascinano consumi e investimenti. Certamente un netto distacco dall'ottimismo e dalle percezioni collettive di opportunità che un tempo erano diffuse tra noi. In fondo la parabola del ceto medio è la parabola vissuta dalla maggioranza delle famiglie italiane in più generazioni, passata da alti ritmi di crescita del Pil al suo rallentamento”.
I dati sono emblematici: il Pil italiano è cresciuto del +41,6 tra il 1970 e il 1980, del + 25% nel decennio successivo, per poi proseguire nel lento declino, che segna solo un +17,9% negli anni Novanta, fino a crollare al +3,5% nel quadriennio 2019 – 2023. Questo downsizing economico che coinvolge il ceto medio non è un fenomeno solo italiano ma riguarda l’insieme dei Paesi più avanzati, dagli Usa a gran parte dei Paesi Ue. Globalizzazione e cambiamenti tecnologici hanno spostato l’asse della creazione di reddito verso economie emergenti, svuotando le strutture produttive dei Paesi più avanzati che hanno perso occupazione di qualità, in termini di retribuzione e tutele. Eloquente il dato sulle famiglie: in un ventennio, dal 2001 al 2021 il reddito pro-capite delle famiglie italiane è sceso del 7,7%, mentre la media europea saliva di quasi 10 punti percentuali, con le famiglie tedesche a +7,3% e quelle francesi a +9,9%.
Ciò spiega perché il presente e il futuro sono segnati dalla paura del declassamento, da una propensione a difendere il proprio status quo più che a migliorarsi, con la convinzione che l’andamento del benessere nel tempo sia decrescente. Un’idea radicata nella pancia sociale del Paese, condivisa in pieno dalla maggioranza netta di persone che si sente parte del ceto medio: il 66,6% degli italiani (il 65,7% del ceto medio) è convinto che le generazioni passate vivevano meglio e il 76,1% degli italiani (75,1% del ceto medio) ritiene che le generazioni future staranno peggio di quelle attuali.
“A me - ha sottolineato con forza Cuzzilla - preoccupa soprattutto questa assenza di speranza nel futuro se le aspettative calano, se non si crede più di poter migliorare la propria condizione, se si ritiene che le generazioni future staranno peggio di quelle attuali, sarà il Paese intero a pagare un prezzo altissimo. E' nostra responsabilità, come manager e come società civile, rispondere a questo cambiamento e intercettarne i bisogni prima che sia troppo tardi. Significa investire per avere un sistema costruito sulla triade più alto benessere economico - più alti consumi - aspettative crescenti. Mentre oggi siamo in questa situazione: meno benessere economico - consumi ridotti - aspettative pessimistiche. Solo valorizzando l’impegno nel lavoro, il talento, le conoscenze e le competenze, è possibile riattivare i meccanismi di crescita”.
Ne è convinto il 57,9% degli italiani, per i quali impegno e capacità non sono adeguatamente premiati (54,9% del ceto medio). Inoltre, l'81% pensa sia giusto che chi lavora di più guadagni di più (80% del ceto medio), e il 73,7% ritiene legittimo e giusto che una persona talentuosa e capace possa diventare ricca (75% del ceto medio).
Inoltre di fronte alle complessità del contemporaneo, a processi epocali di transizione relativi alle nuove tecnologie o alla sostenibilità, l’87,1% degli italiani è convinto che solo un innesto massiccio e capillare di culture e pratiche manageriali potrà consentire quell’upgrading di funzionalità che oggi è richiesto al sistema Paese Italia. Per l’82,7% il bravo manager nelle aziende e negli enti è colui che sa trascinare e motivare gli altri. Per l’84,4% degli italiani una più alta efficienza di imprese e Pubblica amministrazione richiede dirigenti fortemente orientati a premiare i più meritevoli ad ogni livello. In fondo già oggi il valore dei dirigenti si vede in molti ambiti complessi: l’85,8% delle famiglie è convinto che, se una scuola è ben gestita sul piano organizzativo, è più facile che garantisca anche buone performance didattiche e il 62,2% crede che avere manager come dirigenti nel servizio sanitario è un fattore di garanzia per i pazienti.
- 12:58 - Superbonus: Conte, 'difenderlo? Si difenda Giorgetti che l'ha gestito per 3 anni'
Roma, 20 mag. (Adnkronos) - "Non devo difendere il Superbonus, sono loro che si devono difendere: Giorgetti lo ha gestito per 3 anni. Si sono rincorsi tra Fi, Lega e Fdi per proroghe ed estensioni. Cosa devo difendere io? L'ho gestito per qualche mese. Sono loro che si devono difendere da questo spettacolo indecente, loro che fanno la rissa tra Giorgetti e Tajani. Si difenda Meloni che evidentemente non capisce nulla di economia perché parla solo del costo e non del ritorno. Questo è un investimento, ma per loro è solo quello verso il riarmo". Così Giuseppe Conte a Bassano del Grappa.
- 12:54 - Patto stabilità: Conte, 'porterà a tagli per 13 mld l'anno e Meloni non ha fatto nulla'
Roma, 20 mag. (Adnkronos) - "Noi siamo dispiaciuti che l'Italia non abbia combattuto questa battaglia importantissima per non tornare all'austerità. Oggi invece ci torniamo e con parametri che ci costringeranno ad operare tagli che vengono stimati 13 miliardi l'anno. E il governo Meloni che ha fatto? Nulla di nulla. Aveva detto che la pacchia sarebbe finita per l'Europa e invece è finita per Meloni perché non ha nessuna proposta". Così Giuseppe Conte a Bassano del Grappa. "Siamo arrivati al paradosso che il governo lo ha approvato e in Europa gli eurodeputati della maggioranza si sono astenuti. Noi abbiamo votato contro" questo patto di stabilità in Europa "e continueremo a denunciare lo spirito miope che ispira la logica del 'pacco' di stabilità".
- 12:42 - Aviaria, dalle mucche può saltare all'uomo: cosa sappiamo
Milano, 20 mag. (Adnkronos Salute) - La circolazione sempre più stabile del virus dell'influenza aviaria H5N1 nei mammiferi oceanici come "leoni marini e foche" è "preoccupante". Ma "soprattutto a preoccupare me, come la comunità scientifica internazionale, è che questo virus è arrivato agli animali di allevamento come le mucche da latte" colpite da un'epidemia negli Usa. Mucche che, "si è scoperto in uno studio, hanno un particolare recettore per l'influenza uguale a quello di alcuni uccelli e anche dell'uomo. Questo può voler dire che le mucche infettate potrebbero fungere da reservoir", da serbatoio, "in cui l'H5N1 impara a mutare in modo da riuscire a fare il salto di specie e contagiare più facilmente le persone". Lo spiega all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando la ricerca dei Cdc americani sulle foche morte di aviaria in Canada, nel Quebec.
"Purtroppo - ribadisce l'esperto - l'H5N1 non ha più niente a che vedere con quel virus che oltre 30 anni fa colpiva le anatre selvatiche. Di aviario ormai ha molto poco", avverte. "Ha fatto tantissimi giri, ma soprattutto si è spostato da una parte all'altra del globo passando dal Sudest asiatico al continente nordamericano, Stati Uniti e Canada, dove evidentemente è arrivato e a interessare i mammiferi e questo dato è preoccupante. E' per questo che le autorità americane non sottovalutano più il fenomeno - evidenzia Bassetti - e hanno stanziato oltre 200 milioni di dollari per tentare di bloccare la diffusione dell'influenza aviaria", mentre "i Cdc hanno innalzato il livello di allerta e di controllo per i casi di H5N1".
Dallo studio che indica nelle mucche un recettore per i virus influenzali simile a un recettore umano, un lavoro apparso sulla piattaforma pre-print 'bioRxiv' e firmato da scienziati statunitensi e danesi, arriva "un dato molto molto importante", rimarca l'infettivologo. "Io credo - conclude - che si debba tutti insieme iniziare a parlare con più insistenza dell'importanza dell'H5N1" come possibile minaccia "per la popolazione mondiale".
- 12:34 - Carceri: 'Disagio mentale e processo penale', convegno alla Camera
Roma, 20 mag (Adnkronos) - 'Disagio mentale e processo penale: tra diritto alla salute e misure di controllo' è il titolo del convegno che avrà luogo oggi alla Camera dei deputati (sala Matteotti, ore 15) promosso dall’onorevole Paolo Ciani, segretario della commissione Politiche sociali e sanità, con il magistrato della Corte di Cassazione Carlo Renoldi (già capo del Dap), cui prendono parte molti esperti delle tematiche giuridiche e sanitarie che saranno trattate nell’incontro.
"Il tema della salute mentale e del carcere è un tema complesso e troppo spesso sottovalutato. È necessario riflettere sul ruolo ed efficacia delle Rems, nate dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari; come sul corretto equilibrio tra diritto alla salute e misure di controllo; o sulle ‘persone socialmente pericolose’ e le ‘case di lavoro per internati’, che gran parte dei nostri concittadini non sa nemmeno che esistono -commenta Ciani, segretario di Demos e vicepresidente del gruppo Pd-Idp-. Il tutto senza ricette già pronte, ma confrontandosi con libertà con addetti ai lavori che ogni giorno affrontano nella realtà questi temi".
- 12:33 - Puglia: Gasparri, 'Emiliano indovino ma a Bari qualcosa non va'
Roma, 20 mag. (Adnkronos) - “Quando c'è stata l'audizione secretata del procuratore della Repubblica di Bari abbiamo tratto una chiara impressione dello stato delle cose nel capoluogo pugliese. La lettura dei giornali, cito in questo caso una fonte aperta, ci conferma quella impressione. Si é letto, infatti, dell’interrogatorio di Pisicchio e di alcuni messaggi che si sarebbero scambiati Emiliano e Pisicchio. Da queste cronache si apprende chiaramente che Emiliano potrebbe aver avvertito Pisicchio della necessità di revocarlo dall'incarico regionale, che il presidente della Puglia gli aveva attribuito, perché gli eventi stavano ‘precipitando’. L’impressione dalla lettura è che Emiliano fosse informato di quanto stava per avvenire. Il che, lo vogliamo sottolineare, costituirebbe un gravissimo reato che andrebbe perseguito". Lo afferma Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e componente della commissione parlamentare Antimafia.
"Emiliano invece - incalza l'azzurro - è venuto a farci una lezioncina di antimafia nel corso della sua audizione a palazzo San Macuto. Mentre, invece, nel combinato disposto della valutazione dell'audizione del procuratore della Repubblica Rossi, si rileva quello che tutti possono constatare. Non vogliamo violare il segreto, ma le impressioni che abbiamo tratto non possono essere secretate. Resto convinto, potrei sbagliare ma non credo, che ci siano state notizie ‘vaganti’ a Bari, oppure che Emiliano è un indovino o è uno che conosce in qualche modo i fatti. Gli auguro di essere semplicemente un indovino, perché questa virtù ovviamente non costituisce reato. Conoscere una notizia riservata invece può configurare una violazione della legge".
"Io ho dentro di me -aggiunge- idee chiarissime su quanto è avvenuto. Ma mi chiedo se la legge è uguale per tutti, come si ostenta nelle sedi giudiziarie o se qualcuno è ‘più uguale’ degli altri. E può andare da sindaco nelle case delle sorelle dei boss vantandosene nelle ere successive o può intervenire pochi minuti prima di un arresto con doti profetiche alle quali vorrei credere ma, lo ammetto, faccio davvero fatica a credere. A Bari qualcosa non va. E non soltanto alla Regione, ma anche in altri palazzi, ben noti nel passato proprio ad Emiliano. Che siano noti anche nel presente?”.
- 12:32 - G7: Antonelli (Ey), 'in agenda per Italia temi cruciali a partire da giovani'
Roma, 20 mag. (Adnkronos) - “Con il G7, l'Italia ha l'opportunità di porre al centro dell'agenda globale temi cruciali per il nostro futuro, come lo sviluppo sostenibile, la lotta al cambiamento climatico e l’inclusività. E di farlo a partire dalle nuove generazioni. Anche noi, come Ey, vogliamo impegnarci a favorire questo cambiamento verso un mondo migliore, e il progetto Youth 7, vede proprio i giovani protagonisti della trasformazione". E' il commento di Massimo Antonelli, Ceo di Ey in Italia e Coo di Ey Europe West, alla Farnesina in occasione del Summit Youth 7 Italy 2024 - G7 Italia Engagement Group.
"In un mondo in rapida evoluzione, dove le sfide economiche e sociali si intensificano - ha aggiunto Antonelli - le nuove generazioni si fanno portatrici di una visione innovativa e di cambiamento: prendiamo per esempio in considerazione il fatto che il 34% della Gen Z è mosso dalla sostenibilità nelle proprie scelte, prediligendo soluzioni di trasporto sostenibili e prodotti con una comunicazione trasparente. È quindi responsabilità di tutti noi aiutare le nuove generazioni a diventare protagoniste di un'innovazione e trasformazione continua, giocata in ecosistema con istituzioni e aziende”.