Uno sversamento nell’Amazzonia dell’Ecuador sta provocando un disastro naturale, con l’equivalente di 6.300 barili che si sono già sparsi per tutta l’area, come reso noto oggi dalla compagnia proprietaria dell’Oleodotto di greggio pesante (Ocp). L’annuncio dell’entità del disastro è arrivato nel corso di in una conferenza stampa del presidente di Ocp, Jorge Vugdelija, e del ministro dell’Energia ecuadoriano, Juan Carlos Bermeo.

Vugdelija, specifica il portale di notizie Primicias, ha precisato che i tecnici della compagna hanno già recuperato circa 5.300 barili di petrolio, pari all’84% di quello sversato nella natura nel settore di Piedra Fina della provincia amazzonica di Napo. Il 28 gennaio scorso la caduta di una grossa pietra su un tratto dell’oleodotto ne ha provocato la rottura, facilitata anche dal cedimento che da tempo si registra del terreno nel letto del fiume Coca.

Il presidente di Ocp ha sottolineato che “siamo consapevoli della gravità dell’accaduto e per questo stiamo agendo in modo responsabile per minimizzarne gli effetti. Non risparmieremo risorse per realizzare una bonifica della zona colpita e per risarcire la comunità in conformità con quanto stabilito dalla legge”. L’oleodotto è lungo circa 465 chilometri ed è entrato in funzione nel 2003. Ha una capacità installata per trasportare 450mila barili al giorno, ma attualmente ne trasferisce il 43,7% del suo potenziale.

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