Il totale dei pazienti Covid ricoverati scende del 3,3% tra gli adulti ed è sostanzialmente stabili tra i bambini. Nella settimana 25 gennaio-1 febbraio sono diminuiti, stando alla rilevazione Fiaso negli ospedali sentinella, sia i posti letto letto nei reparti ordinari che in terapia intensiva. Nel dettaglio, il calo è del 3,5% in area medica e dell’1,5 in rianimazione. L’andamento della pandemia, secondo la Federazione italiane delle aziende sanitarie e ospedaliere, segue ormai due differenti curve: è in discesa per quanto riguarda i pazienti ricoverati ‘per Covid’, mentre è in salita per i ricoverati ‘con Covid’. Nell’ultima settimana, emerge dal report, nei reparti ordinari c’è stato un calo del 6% dei pazienti con patologia polmonare e respiratoria, mentre sono cresciuti dell’1% quelli positivi al virus, ma asintomatici e in cura per altre patologie. Anche nelle terapie intensive il decremento fra i pazienti ‘per Covid’ è del 10%, mentre raddoppiano i pazienti ‘con Covid’.

“La lettura dei ricoveri deve considerare necessariamente i ricoverati ‘per’ e ‘con’ Covid, perché i pazienti positivi al virus, ma in ospedale per curare fratture, tumori, patologie cardiologiche, sono ormai quasi il 40% del totale dei ricoverati in area Covid. Questo è cruciale per l’organizzazione degli ospedali e anche per la corretta interpretazione epidemiologica dell’impatto della pandemia”, commenta il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore. “La suddivisione dei ricoveri ‘per’ e ‘con’ Covid e l’analisi differente evidenzia e conferma la protezione vaccinale crescente verso la malattia – sottolinea – In ospedale arrivano in tanti positivi per una frattura, per un intervento chirurgico, per una malattia cardiaca e, proprio grazie al vaccino, non hanno sviluppato sindromi respiratorie, ma risultano asintomatici al Covid”.

Secondo Migliore, “con una copertura vaccinale molto ampia, oltre l’80% della popolazione, nei prossimi mesi dovremo abituarci sempre più a questa tipologia di pazienti che necessitano assistenza sanitaria specialistica, ma vanno isolati in reparti ad hoc in quanto contagiati. Dovremo, insomma, assicurare ai pazienti positivi le cure per altre patologie senza ritardi o rinvii, ma dovremo farlo in setting assistenziali separati”. Fiaso spiega inoltre come i letti delle rianimazioni Covid sono occupati per il 64% da soggetti non vaccinati: un dato ormai consolidato che conforta sulla efficacia del vaccino nella protezione dalle forme gravi della malattia da Covid. Da sottolineare, inoltre, che tra i vaccinati finiti in intensiva la quasi totalità, l’88%, soffre di gravi comorbidità. Si tratta, inoltre, per il 61% dei casi, di persone che avevano fatto il vaccino da oltre 4 mesi e non avevano ancora avuto la terza dose.

Per ciò che riguarda i ricoveri tra i pazienti pediatrici, il numero di posti letto occupati resta stabile: sono 124, uno in meno dei 125 della scorsa settimana, nei quattro ospedali per under 18 monitorati. I neonati 0-6 mesi costituiscono il 18% del totale e tra loro il 54% ha entrambi i genitori vaccinati, mentre il 18% ha solo il padre vaccinato e il 23% nessun genitore vaccinato. Quasi 1 neonato su due, dunque, ha almeno uno dei genitori non vaccinato. Dei 124 pazienti sette sono in terapia intensiva e altri 9 hanno la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica (MIS-C).

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