Accusato di stalking nei confronti di una dirigente comunale, il sindaco di Chiaravalle Damiano Costantini ha ricevuto una misura cautelare che ha avuto come effetto derivato una limitata possibilità di muoversi liberamente all’interno del municipio. Nei confronti del primo cittadino del comune anconetano, infatti, nelle scorse settimane, il gip Carlo Masini ha emesso un divieto di avvicinamento a meno di 100 metri dalla dipendente in virtù dell’inchiesta nella quale si ipotizzato i reati di atti persecutori e molestie. Chiuse le indagini e in attesa dell’udienza preliminare, Costantini, avvocato al secondo mandato alla guida di una lista civica di centrosinistra, nei fatti – raccontato le edizioni locali di QN e Corriere Adriatico – non può muoversi liberamente negli uffici comunali né presenziare ai riunioni di giunta o consigli comunali quando è presente la dirigente. E così le opposizioni si preparano a chiederne conto in maniera formale.

La vicenda è scaturita in seguito alla denuncia della donna. Secondo quanto raccontano i due quotidiani, il sindaco – iscritto a Leu – e la dirigente avrebbe avuto una relazione poi finita. Nei mesi successivi Costantini, stando alla ricostruzione dei magistrati, ha iniziato a perseguitarla con messaggi e aggressioni verbali sul posto di lavoro. “Come ti ho fatto arrivare alle stelle, ti porterò alle stalle”, uno dei messaggi riportati da Qn che sostanzierebbero le accuse della dirigente. In sostanza il sindaco sarebbe arrivato a condizionare la vita privata e lavorativa della dipendente comunale. Per questo, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta, il giudice per le indagini preliminari ha ordinato il divieto di avvicinamento alla donna.

Nei fatti, sempre secondo quanto ricostruito dai due quotidiani, in alcune circostanze Costantini potrebbe essere costretto ad attendere ore chiuso in ufficio o dovrebbe essere accompagnato quando si ritrova a passare nell’ala del Comune dove la dirigente ha il suo ufficio. “La situazione è complessa – ha spiegato il suo avvocato Roberto Masini – ci sono tanti documenti in atto ma neghiamo gli assunti accusatori. Le circostanze sono ben diverse”. Allo stesso tempo il legale ha ammesso che il sindaco “ha dovuto rivedere il suo modo di amministrare all’interno del comune: non può accedere in alcuni uffici e non può presenziare ad alcune le riunioni”.

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