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Energia, i colossi della finanza scrivono ai paesi europei: “Sbagliato includere il gas tra le fonti verdi”

Institutional Investors Group on Climate Change (Iigcc), associazione che raggruppa molti colossi del risparmio gestito hanno inviato una lettera aperta ai paesi europei per chiedere che il gas non venga incluso nella cosiddetta tassonomia verde. Aggiungendo il gas alla lista delle fonti meritevole di finanziamenti "Si crea un precedente dannoso e si confondono gli investitori che cercano di fare la cosa giusta"
Energia, i colossi della finanza scrivono ai paesi europei: “Sbagliato includere il gas tra le fonti verdi”
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Institutional Investors Group on Climate Change (Iigcc), associazione che raggruppa colossi del risparmio gestito che intendono supportare la transizione verde con le loro scelte di investimento, hanno inviato una lettera aperta ai paesi europei per chiedere che il gas non venga incluso nella cosiddetta tassonomia verde. Si tratta della lista delle fonti che l’Europa ritiene meritevoli di ricevere sussidi e finanziamenti nell’ambito delle strategie di riduzione delle emissioni di Co2. I membri di Iigcc gestiscono nel complesso fondi per 49mila miliardi di euro. Ne fanno parte 360 tra fondi, fondi pensione, società di gestione del risparmio. Tra i nomi di spicco ci sono colossi come Fidelity, Allianz, Amundi, Hsbc. Goldman Sachs e State Street.

La lettera si sottolinea come l’inclusione del gas sia incompatibile con l’obiettivo di una neutralità climatica al 2050 che si è posta Bruxelles. L’Agenzia internazionale dell’energia ha spiegato che gli investimenti nelle fonti fossili devono ridursi drasticamente da subito mentre la scelta della Commissione sembra muoversi nella direzione opposta. L’amministratrice delegata di Iigcc Stephanie Pfeifer, ha affermato che l’inclusione del gas: “minerebbe la credibilità della tassonomia e l’impegno dell’UE per la neutralità climatica entro il 2050. Sebbene vi sia spazio per il gas come fonte ponte verso la transizione nel breve termine non può essere classificato come verde”.

L’inclusione dal gas, prosegue Pfeifer “limiterà la capacità degli investitori di allineare i propri portafogli all’obiettivo di azzeramento delle emissioni. In un momento in cui abbiamo bisogno di chiarezza, l’inclusione del gas crea un precedente dannoso e confonde gli investitori che cercano di fare la cosa giusta da un punto di vista della lotta ai cambiamenti climatici”. L’amministratrice conclude rilevando come “L’inclusione del gas rischia di convogliare livelli significativi di capitale verso iniziative che minano un futuro climaticamente sostenibile. Esortiamo quindi i politici a votare di conseguenza”.

Sinora la definizione della tassonomia ha generato contrapposizioni soprattutto in tema di nucleare. Una fonte difesa dalla Francia e osteggiata da Germania e Spagna. Sul gas puntano invece molto paesi come l’Italia e la stessa Germania. Le regole presenti nella bozza della tassonomia fissano paletti piuttosto rigidi in fatto di finanziamenti a progetti che prevedono l’utilizzo del gas. Nel frattempo il governo italiano lavora ad un piano per raddoppiare l’estrazioni dai giacimenti italiani già operativi.

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