“Il bilancio delle strategie adottate da gran parte dei Paesi occidentali è deludente”. Beppe Grillo torna a parlare di attualità sul suo blog personale e lo fa per criticare le misure messe in campo dall’Occidente (e dunque anche dall’Italia) per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Secondo il garante del M5s, partito che tecnicamente è parte dell’esecutivo Draghi e quindi anche responsabile delle strategie, l’errore degli Stati è stato innanzitutto “non aver adottato una strategia di contagi zero o tendenti allo zero, sopportando costi sociale ed economici molto superiori a quelli dei Paesi che la hanno adottata”. Una strategia che, dice Grillo, ha invece messo in campo la Cina. In secondo luogo, l’altro errore degli Stati occidentali sarebbe stato quello di essersi “limitati a puntare tutto sulle vaccinazioni, quando è ormai evidente che questa sola strategia non possa bastare”. In terzo luogo, l’aver “sottovalutato le implicazioni delle restrizioni sia sul piano di diritti umani che sono capisaldi delle democrazie liberali, sia sul piano dei loro metodi di attuazione, che ben avrebbero potuto rispettare meglio la libertà di scelta degli individui e delle organizzazioni e delle comunità a cui fanno capo”.

A questo proposito, continua Grillo, analizzando le restrizioni dei diritti umani ci sono due questioni da considerare che “ne limitano l’efficacia”. La prima riguarda il fatto che “un onere” (come ad esempio il Green pass) “è meno problematico di un obbligo”; la seconda invece riguarda il fatto che “essere soggetti a trattamenti sanitari obbligatori” evoca “immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente“. Mentre, conclude il fondatore M5s di fatto allineandosi con Giuseppe Conte che nelle scorse ore si era schierato contro l’obbligo vaccinale, “lasciar decidere le comunità e organizzazioni appare nel pieno spirito di un ordinamento liberale e democratico“.

“La Cina ha il numero di decessi più basso al mondo” – La riflessione di Grillo è partita dai dati di contagiati e morti che, come dice l’Economist, sarebbero inferiori “nettamente” ai dati reali, con “il numero reale dei deceduti” che sarebbe “più del triplo, cioè (a oggi) circa venti milioni”. Numeri che Grillo definisce “importanti, anche se inferiori al numero dei decessi causati dall’Aids, stimati in circa quaranta milioni, sebbene su un arco temporale di più di quarant’anni. Di questo passo, però, basterebbero due anni per superarli e un altro anno per superare quelli dell’influenza spagnola, che causò circa cinquanta milioni di morti”.

Grillo prosegue osservando poi che “la distribuzione dei contagi e dei decessi varia di paese in paese, in parte per il clima o l’età media degli abitanti, in parte per le strategie adottate per contrastare la pandemia”. In particolare, scrive, il numero dei decessi rispetto alla popolazione “è invece alto o molto alto in gran parte dei paesi sviluppati. Alcuni di essi hanno però limitato molto il numero dei decessi, fra cui Australia, Cina, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Singapore”. Grillo prende allora ad esempio la Cina che “spicca perché ha il numero di decessi più basso al mondo rispetto alla popolazione: un dato ancor più incredibile se si considera che ospita circa un quinto della popolazione mondiale”. Questi Paesi, dice il fondatore 5 stelle, hanno scelto una strategia “contagi zero o tendenti a allo zero”. Ovvero “applicazione rigorosa del cosiddetto metodo 3T (i.e. testing, tracing and treating); modulazione dei confinamenti e dei permessi di spostamento anche attraverso gli incumbent digitali; controlli e quarantene per gli ingressi dall’estero; campagne di vaccinazione; lockdown selettivi e tempestivi nelle aree in cui emergono nuovi focolai”. Una strada che ha permesso, sostiene Grillo citando uno studio di Mckinsey, anche un “ritorno alla normalità” più veloce. A cambiare il piano però, sono intervenute “le ultime varianti”. Mentre “l’unico paese al mondo che continua a perseguire questa strategia sembra essere la Cina”. Secondo Grillo “il fatto che la strategia di contagi zero o tendenti allo zero non sia più sostenibile potrà forse consolare i governanti che non la hanno mai adottata, ma il costo che hanno imposto ai loro popoli resta comunque altissimo”. Ma secondo il fondatore M5s, la convivenza con il virus non potrà avvenire solo “con l’estensione dei vaccini, come sostiene da mesi Luca Ricolfi. Occorrono altre misure restrittive, che sostanzialmente sono versioni più o meno attenuate della strategia di contagi zero o tendenti allo zero”.

“Molti governi hanno considerato con più leggerezza i limiti all’inviolabilità del corpo che alla privacy” – Il comico M5s tocca quindi le necessarie “limitazioni di diritti umani che nei paesi occidentali sono generalmente considerati “inviolabili”, fra cui il diritto all’inviolabilità del corpo, alla libertà di circolazione, alla privacy, e così via. Questi diritti sono fra i capisaldi delle democrazie liberali, e per questo la loro restrizione è estremamente critica”. E, osserva, “è normale che la restrizione di alcuni di essi ci colpisca più di altre. Così, per esempio, la restrizione del diritto alla privacy tende a disturbarci meno della restrizione del diritto all’inviolabilità del corpo. Sennonché, per quelle adottate dalle democrazie occidentali per contrastare la pandemia sembra che si sia seguito un percorso inverso. Sicché molti governi hanno considerato con più leggerezza l’introduzione di un obbligo di vaccinazione, che riguarda l’inviolabilità del corpo, che quella di un obbligo di tracciamento, che riguarda la privacy”.

Nelle restrizioni di questi diritti “ci sono poi due questioni che incidono in modo rilevante sulla loro estensione ed efficacia”. La prima è se “debbano sfociare in oneri piuttosto che obblighi”. Ad esempio, parlando di Green pass, “c’è chi dice che questi oneri siano un modo “surrettizio” per introdurre obblighi”, tuttavia “è indubbio che un onere, almeno formalmente, preserva la libertà di scelta”. E, scrive Grillo, “sul piano delle restrizioni dei diritti umani, l’imposizione di un onere è certamente meno problematica che quella di un obbligo“. Inoltre, si chiede Grillo, la secondo questione è se le imposizioni debbano competere “a scelte del governo centrale o delle organizzazioni e/o delle comunità a cui si riferiscono”. Perché “essere soggetti a controlli del governo centrale, e ancor più a trattamenti sanitari obbligatori, evoca immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente”. E, continua Grillo “viceversa lasciare decidere alle organizzazioni e/o alle comunità quali misure adottare appare nel pieno spirito di un ordinamento liberale e democratico. Senza contare che la quasi totalità di queste organizzazioni e comunità finirebbe probabilmente per adottare misure ben più restrittive di quelle che potrebbero essere ragionevolmente adottate da un governo centrale”. Un quadro generale che, conclude il fondatore, appare comunque “deludente” e “insufficiente” per far fronte all’emergenza sanitaria.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Quirinale, Mattarella consegna a Samantha Cristoforetti il Tricolore che porterà a bordo della Stazione spaziale internazionale

next