Otto euro lordi all’ora per fornire il servizio di sottotitolazione dedicato ai non udenti, la famosa pagina 777 del Televideo. E richieste pressanti da parte della Camera dei Deputati di aumentare la produttività a fronte di un compenso irrisorio. Queste le condizioni in cui lavorano i dipendenti della Logit Srl, vincitrice di una serie di appalti pubblici per fornire servizi di sottotitolazione e resocontazione alla Rai e a Montecitorio. Nel mare magnum del cosiddetto lavoro povero ci sono loro: sono i lavoratori che forniscono prestazioni professionali di pubblico interesse a condizioni economiche e contrattuali misere. Con l’aggravante che i committenti che si avvantaggiano delle aggiudicazioni economicamente vantaggiose sono la tv pubblica e il Parlamento.

I sottotitolisti del 777 assunti con il contratto delle scuole laiche – Il servizio di sottotitolazione è passato di mano più volte. Dal 1993 al 2009 è stato curato da una associazione temporanea d’impresa formata da cinque società, Studio Calabria, Sbp, Studio Mafera, Atlante e La Microstampa, mentre dal 2010 al 2017 è passato alla Madcast. Nel corso di questi trent’anni, molte sono state le proteste dei lavoratori impiegati dalle varie aziende che hanno vinto l’appalto Rai, per molti anni assunti con contratti precari o a termine e per cifre ben inferiori ai 1000 euro al mese, con il rischio di perdere il lavoro a ogni scadenza d’appalto.

A distanza di anni e con l’ennesimo cambio d’appalto, risalente al 2018, le condizioni lavorative sono migliorate? A prima vista sembrerebbe di sì: dopo anni di lotte sindacali e precariato i circa 30 lavoratori sono stati assunti con un contratto a tempo indeterminato, nonostante ciò i loro destini professionali sono inevitabilmente legati ai rinnovi delle gare che garantiscono alla Logit di poter far fronte agli stipendi. Approfondendo le modalità di contrattualizzazione emerge chiaramente che la stabilizzazione di questi lavoratori è stata ottenuta applicando un Ccnl di categoria con minimi retributivi estremamente bassi ma soprattutto incompatibile con il settore e le mansioni svolte: quello Aninsei Confindustria delle scuole laiche. I più esperti sono assunti al quinto livello con un lordo mensile pari a 1.444 euro, comprensivo di tutte le mensilità, mentre i più giovani sono contrattualizzati addirittura al terzo livello e percepiscono per un lavoro di grande impegno e difficoltà un compenso mensile lordo pari a 1.289 euro per un full time, comprensivo sempre di tutte le mensilità accessorie.

A fronte di un valore d’appalto che ammonta a oltre 14 milioni di euro, di fatto i sottotitolisti della Logit Srl lavorano per 8 euro e 75 centesimi lordi all’ora, poco più di 1000 euro netti per 110 ore di lavoro al mese, stipendio che comprende tredicesima, bonus 100 euro e quota di TFR. Negli anni, a protestare in prima linea contro i continui ribassi che la Rai ha applicato al bando per il servizio di sottotitolazione destinato ai non udenti è stato anche l’Ens, l’Ente Nazionale Sordi, rilevando che l’emittente pubblica, nel tentativo di risparmiare sulla fornitura di un servizio pubblico essenziale, di fatto non assicura i livelli minimi previsti: “Il bando con cui l’azienda del servizio pubblico radiotelevisivo affida il servizio di sottotitolazione dei programmi fino al termine del contratto di servizio 2010-2012”, denunciava Ens nel 2016, “non prevede alcun obbligo di sottotitolare o tradurre in Lis i nuovi canali sulla piattaforma digitale terrestre. La gara mira ad aggiudicare la sottotitolazione di circa 10mila ore di programmi solo sulle tre reti generaliste e soltanto nella fascia oraria dalle 6 alle 24”. Rispetto alla base d’asta, che prevedeva 9,85 euro per ogni minuto di sottotitolazione, la ditta aggiudicataria aveva vinto quel bando con unofferta del 50%, inferiore: 4,63 euro al minuto.

Tra pochi mesi, all’inizio del 2022, l’appalto scadrà e il servizio andrà rimesso a gara. A che condizioni, non è dato saperlo. La Rai, contattata da ilfattoquotidiano.it per un commento sulle condizioni contrattuali applicate ai lavoratori della Logit Srl in funzione dell’ennesimo taglio, non ha risposto.

L’appalto della Camera – Le condizioni non sono certo migliori per il servizio di supporto alle attività di resocontazione delle sedute delle Giunte e delle Commissioni parlamentari che la Logit Srl si è aggiudicata nel 2019, rinnovato a condizioni ancora peggiori rispetto al primo affidamento, richiedendo espressamente di produrre quasi il doppio rispetto a quanto pattuito in precedenza per un valore economico totale pari a 140.000 euro a fronte di un valore stimato dal bando di 220.000 euro Iva esclusa per un costo della manodopera stimabile in 180.000 euro. I quattro lavoratori impiegati in questo servizio percepiscono una piccola integrazione in più all’ora rispetto a quanto già guadagnano per il lavoro di sottotitolazione per la Rai. E la Camera, nonostante un bando che privilegia “l’offerta economicamente più vantaggiosa” chiede all’azienda di aumentare i livelli di produttività. Richiesta che di fatto si ripercuote sui lavoratori della Logit che già prestano la propria professionalità per un compenso estremamente basso, scaturito dalla formulazione di un appalto che privilegia il risparmio economico per l’istituzione.

Contattata da ilfattoquotidiano.it per una replica, la Camera dei Deputati commenta: “Da verifiche, non si tratta di un appalto al ribasso ma di una gara, perché il contratto in vigore tra la Logit Srl e la Camera dei Deputati, dal 1° ottobre 2021 al 30 settembre 2022 per un importo di 104.500 euro oltre Iva, è stato stipulato su una richiesta di offerta fatta sul Mepa, il portale elettronico della Pubblica Amministrazione. Logit Srl si è aggiudicata la gara avendo raggiunto il maggior punteggio complessivo, i criteri del Mepa sono abbastanza standard ed è tutto tracciato, non c’è discrezionalità di scelta per quanto riguarda l’importo. Per quanto riguarda le condizioni economiche che la Logit Srl applica ai lavoratori, la Camera dei Deputati fa delle verifiche e dei controlli periodici e sistematici sulle aziende fornitrici e in passato è intervenuta per sanare situazioni di crisi o irregolarità”.

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