“Oggi sta iniziando una discussione epocale su uno dei diritti civili fondamentali, il diritto all’autodeterminazione che sul tema del fine via consente di porre fine alle proprie sofferenze”, inizia così il lungo intervento della deputata Francesca Anna Ruggiero del Movimento 5 stelle durante la discussione alla Camera sulla proposta di legge sul fine vita, il testo di legge unificato composto da 9 articoli che autorizza e disciplina la facoltà della persona affetta da patologia irreversibile o con prognosi infausta di richiedere assistenza medica per porre fine volontariamente alla propria vita.

Ruggiero ripercorre le tappe dell’iter “non facile” per “calendarizzare il testo”. “È stato fondamentale che ciascun gruppo politico non instaurasse un muro contro muro“. Il provvedimento, spiega, “è il punto di arrivo di due questioni dirimenti: la prima è che il fine vita rischiava di non essere disciplinato in maniera esauriente dopo la sentenza della Corte Costituzionale” la seconda è il rispondere “a un’innegabile esigenza che arriva dagli italiani quella di rispettare il diritto all’autodeterminazione delle persone a poter decidere con le procedure opportune di poter porre fine alla propria sofferenza in modo dignitoso e circondati dall’affetto dei propri cari”.

Quindi Ruggiero si commuove e prosegue: “Questo testo arriva in aula dopo tre anni dalla calendarizzazione e molti rinvii e concretizza la possibilità di far far un salto in avanti al nostro Paese che potrà dotarsi di norme certe per andare incontro a malati senza speranza. Dopo la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento possiamo scrivere un’altra importante pagina di storia sul fronte dei diritti”. Il Parlamento, spiega, “deve rispondere nella maniera più equilibrata possibile all’esigenza di coloro che chiedono di porre fine alla loro indicibile sofferenza nel pieno rispetto della dignità e dell’autodeterminazione della persona”. Quindi l’appello: “Non sprechiamo quest’occasione per rendere l’Italia un paese all’avanguardia nei diritti, aiutiamo chi vuole porre fine alle proprie sofferenze e vuole farlo in Italia circondato dall’affetto dei propri cari”, conclude, dedicando l’intervento “a mio padre”.

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Suicidio assistito: dopo 3 anni la Camera discute il ddl sul fine vita, ma l’Aula è deserta. E il dibattito inizia su un testo già annacquato

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