Cultura

Prima della Scala, sei minuti di standing ovation per Mattarella: è l’ultima del suo mandato. Da Sala a Segre, i saluti per il Capo dello Stato

Il Presidente della Repubblica è arrivato a Milano per assistere alla messa in scena di 'Macbeth' di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Riccardo Chailly. Il pubblico grida "Bis" per chiedere un secondo settennato

di F. Q.

Tutto il Teatro alla Scala di Milano applaude, in piedi, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’accoglienza che dura oltre sei minuti e che si chiude con l’esecuzione dell’inno nazionale. Il Capo dello Stato è arrivato così, insieme alla figlia Laura, al Piermarini per assistere alla prima del Macbeth di Giuseppe Verdi diretta dal maestro Riccardo Chailly, che inaugura la nuova stagione lirica.

Per Mattarella si tratta dell’ultima uscita di Sant’Ambrogio del suo mandato, in scadenza tra poche settimane. Il presidente della Repubblica è stato accolto dal sovrintendente Dominique Meyer, dal sindaco Beppe Sala, dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e dal prefetto Renato Saccone. È la terza volta che Mattarella assiste all’evento del 7 dicembre da Capo dello Stato: il debutto era stato nel 2018 per l’ ‘Attila’ di Giuseppe Verdi e due anni fa aveva presenziato alla Prima di ‘Tosca’ di Giacomo Puccini. Tra i presenti anche la seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che siede con Mattarella nel palco reale, e il ministro della Cultura Dario Franceschini: “Il 7 di dicembre tutto il mondo della cultura e della musica guarda l’Italia, Milano è là. È importante che questa serata dimostri che si può fare ripartire la cultura in sicurezza”, ha commentato quest’ultimo. Tante voci hanno scelto di rendere omaggio al Presidente, ricordando i momenti salienti del suo mandato e ringraziandolo per il suo settennato, che volge al termine a breve. Dal pubblico numerose grida di ‘Bis’: chiedono un secondo mandato al Quirinale, che però il Capo dello Stato ha già declinato, nonostante il pressing di diversi pezzi del Parlamento.

“Ho fatto il conto che da quando sono diventato sindaco, Mattarella, che avevo conosciuto all’Expo, è venuto a Milano più di 20 volte: credo che sia un record che dimostra l’affezione del presidente verso Milano. Non sappiamo se sarà l’ultima volta: se così fosse spero in un grande tributo per il nostro presidente. È stato un grandissimo presidente da tutti i punti di vista per le decisioni che ha preso e per la sua umanità”, questo il commento del sindaco di Milano Beppe Sala parlando con i giornalisti nel foyer della Scala. “Vorrei un presidente come Mattarella”, così invece ha risposto la senatrice a vita Liliana Segre al sua arrivo alla Scala a chi le ha chiesto chi vorrebbe come futuro Capo dello Stato. E sulla serata del 7 dicembre ha aggiunto: “Questa Prima è “Un bel significato in un momento in cui ci sono tanti pensieri si apre la Scala, siamo contenti”. Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha espresso gratitudine: “Al presidente Mattarella dobbiamo dire grazie. Ha dimostrato la sua vicinanza a Milano e alla Lombardia e gli va riconosciuto”. Il sovrintendente della Scala Dominique Meyer ha apprezzato soprattutto “la sua vicinanza alla cultura”. Anche Giorgio Armani ha avuto parole di stima: “Mi dispiace che se ne vada. Dispiace a tutti. È una persona squisita, di grande capacità: il prossimo anno lo inviterò io”. Nell’intervallo della Macbeth Mattarella e la figlia Laura sono andati a salutare il maestro Riccardo Chailly e gli orchestrali dietro le quinte. Prima di raggiungere il maestro Chailly e gli orchestrali, Mattarella si è fermato a salutare anche Lilliana Segre, in un palco del primo ordine. Il Capo dello Stato si è poi rivolto agli orchestrali: “Ci state regalando una grande interpretazione”. Il maestro Chailly ha fatto notare che il pubblico, al suo arrivo, “ha chiesto il bis come per i grandi cantanti, e questo – ha aggiunto – è rarissimo alla Scala”. Prima dell’avvio della serata si è tenuta una protesta – in piazza della Scala, a pochi passi dal Duomo – da parte dei Cub (Confederazione Unitaria di Base) e di alcuni centri sociali: hanno sparato diversi fuochi artificiali in concomitanza dell’arrivo di personalità e vip.

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