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Antonio Esposito, chiesto il rinvio a giudizio di 14 tra giornalisti e politici imputati per la diffamazione del giudice che condannò B.

Il fascicolo è incentrato sulla campagna mediatica portata avanti da giornali e programmi tv nell’estate del 2020, dopo la diffusione degli audio in cui Amedeo Franco - un altro componente del collegio - in un colloquio registrato a casa di Berlusconi parlava di "malafede" del presidente e di una "grave ingiustizia" subita dall'ex premier. Tra gli imputati Fabrizio Cicchitto, Vittorio Feltri, Anna Maria Bernini, Alessandro Sallusti, Pietro Senaldi e Piero Sansonetti
Antonio Esposito, chiesto il rinvio a giudizio di 14 tra giornalisti e politici imputati per la diffamazione del giudice che condannò B.
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La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 14 persone tra giornalisti e politici accusati di diffamazione aggravata ai danni del giudice Antonio Esposito, l’ex presidente del collegio di Cassazione che nell’agosto del 2013 condannò in via definitiva Silvio Berlusconi a quattro anni per frode fiscale nel processo Mediaset. Il fascicolo, affidato al pm Roberto Felici e nato da una denuncia-querela dello stesso Esposito, è incentrato sulla campagna mediatica portata avanti da giornali e programmi tv nell’estate del 2020, dopo la diffusione degli audio in cui Amedeo Franco – un altro componente del collegio – in un colloquio registrato a casa di Berlusconi parlava di “malafede” del presidente e di una “grave ingiustizia” subita dall’ex premier, facendo gridare Forza Italia al complotto giudiziario. La prima trasmissione a mandare in onda gli audio era stata Quarta Repubblica di Nicola Porro su Rete 4, seguita da vari giornali di centrodestra con titoli che parlavano di “sentenza pilotata”, ”metodi vigliacchi”, “processo fasullo”, “complotto”, “plotone d’esecuzione” e “lavoro sporco” della magistratura. Tra gli imputati Fabrizio Cicchitto, Vittorio Feltri, Anna Maria Bernini, Alessandro Sallusti, Pietro Senaldi e Piero Sansonetti.

Esposito aveva subito annunciato di voler presentare querela per diffamazione, chiedendo ai pm romani di acquisire le registrazioni. In un’intervista al Fatto, aveva ribadito che la decisione di confermare il verdetto d’appello – che aveva già confermato il primo grado – era stata presa da tutto il collegio e che le motivazioni, scritte dallo stesso Franco, erano state firmate da tutti, pagina per pagina. “A distanza di sette anni si continua a provare a delegittimare una sentenza passata in giudicato, dopo che 11 magistrati hanno convenuto sulla responsabilità di Berlusconi, prendendomi di mira in quanto presidente del collegio. Io invece mi chiedo perché il relatore senta il bisogno di incontrare il suo imputato per giustificarsi dell’esito del processo. Ritengo che sia questo il vero fatto gravissimo e inquietante di tutta la vicenda“, diceva. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 25 marzo.

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