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Ultimo aggiornamento: 15:59 del 23 Novembre 2021

Referendum caccia, parlamentari e attivisti in piazza: “Rischia di saltare, i comuni non hanno consegnato i certificati delle firme. Si intervenga”

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Parlamentari e attivisti del comitato “Aboliamo la caccia” sono scesi in piazza a Montecitorio per protestare contro la mancata consegna da parte dei comuni dei certificati relativi alle firme depositate per il referendum contro la caccia. Come hanno spiegato, tra gli altri, i parlamentari Emanuela Corda, Gianluca Perilli e Giovanni Vianello, le firme raccolte sono infatti oltre 500mile, ma molte potrebbero essere invalidate proprio “per la mancanza dei certificati che avrebbero dovuto fornire i comuni, che però sono inadempienti”.

Il rischio, ha spiegato l’avvocato David Zanforlini, anche lui in piazza, è quello di una mancata convalida della Cassazione. “I comuni hanno recapitato i certificati dopo la scadenza prevista del 30 ottobre”, ha spiegato, sottolineando che alcuni “arrivano tutt’oggi”. “E questo purtroppo non consentirà l’ammissibilità del referendum“.

La speranza è quella di un intervento della ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Chiediamo al ministro di competenza che si faccia carico di questo problema, è inaccettabile che non si riesca a depositare le firme e a farsele validare”, ha spiegato l’onorevole Corda in piazza. “Proviamo a metterci nei panni di chi ha sottoscritto il referendum – ha detto Gianluca Perilli – cosa deve pensare di questo inadempimento e che per colpa di un’inefficienza generale, non si possa tenere il referendum?”. Il governo, ha concluso Vianello, “non può essere sordo” di fronte a questo “non si può essere sordi”.

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