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Covid, Ema: “Ci sono Stati con medie inaccettabili di vaccinazioni. Terza dose restaura protezione originaria”

Siamo in mezzo alla quarta ondata del Covid - Marco Cavaleri dell’Agenzia europea per i medicinali -. E ci sono vari Stati membri "con una grossa porzione di persone anche al di sopra i 50 anni che non sono vaccinati. Occorre chiudere questo gap"
Covid, Ema: “Ci sono Stati con medie inaccettabili di vaccinazioni. Terza dose restaura protezione originaria”
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L’epidemia di Covid sta mettendo in crisi alcuni stati in Europa. E dall’Agenzia europea del farmaco arriva un richiamo fortissimo: “I contagi da Covid sono in rialzo in quasi tutti Paesi dell’Unione europea e la maggioranza” dei malati “sono i non vaccinati. Per questo raccomandiamo di vaccinarsi e per quanti sono candidabili, di prendere la terza dose – dice Marco Cavaleri dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), in una conferenza stampa – Incoraggiamo anche a farsi somministrare i vaccini antinfluenzali”.

“Stiamo monitorando tutti gli studi e vediamo che la protezione del vaccino”, diminuisce nel tempo. “Ma questo non avviene in un attimo. La terza dose restaura quella protezione che vediamo al completamento della seconda dose”. Il booster dovrebbe essere dato” prima “a quanti sono più vulnerabili e agli anziani poiché il decadimento degli anticorpi è più veloce che negli adulti più giovani”. Ed ora emergeranno i dati che corroboreranno “il fatto che la terza dose dovrebbe essere somministrata alla maggioranza della popolazione. È importante continuare con la campagna vaccinale” anti-Covid “specialmente in quegli Stati che hanno una media di vaccinazioni inaccettabile. Siamo in mezzo alla quarta ondata del Covid – ha detto Cavaleri -. E ci sono vari Stati membri “con una grossa porzione di persone anche al di sopra i 50 anni che non sono vaccinati. Occorre chiudere questo gap“.

Infine “la raccomandazione di somministrare la terza dose” del vaccino Covid “almeno sei mesi dopo il completamento della prima serie, deriva dai dati” raccolti, “tuttavia sarebbe pienamente comprensibile se gli Stati membri preferissero esercitare della flessibilità sull’intervallo, valutandone uno più breve per la somministrazione“.

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