Attraversare le sale di Palazzo Braschi, in occasione della splendida mostra Klimt. La Secessione e l’Italia, è come entrare in un’altra dimensione, di epoche lontane sognate o immaginate. Sarà per la necessità di riconvertire i nostri giorni con il ritorno della bellezza che questa esposizione diventa subito una corsa a favore del tempo, di un tempo passato eppure nuovo, rinnovato.

Tutto splende, al Museo di Roma, come oro liquido che si ritrova nelle opere e nel prezioso percorso. Non solo il fuoriclasse Gustav Klimt, ma anche altri artisti che possiamo scoprire o riscoprire in questa occasione. Dipinti come incontri in grado di dialogare con i visitatori con uno scambio di sguardi di reciproca attenzione. Eleganza e fascino, ma anche fascino espositivo.

La mostra è ottimamente organizzata e ben assortita e consente di fare un viaggio razionale e ordinato. Le opere si possono ammirare con i giusti tempi e con la giusta luce, e con un piccolo sforzo mentale è anche possibile applicare un proprio sottofondo musicale che trova la sua più alta suggestione nella sezione dedicata a Beethoven.

Fortunati sono coloro che hanno visto queste meraviglie da vicino e quelli che le vedranno nei prossimi mesi. Qui tutto è sublime come un incanto perenne che lascia l’impronta delle emozioni sulla pelle. Brividi che di fronte ad alcuni ritratti femminili sono originati dalla rappresentazione carnale dei volti e dei corpi avvolti in abiti con dettagli damascati che sono come ghirlande luminose.

Non solo il piacentino Ritratto di Signora, recentemente tornato alla luce, ma altre immagini più segrete che sembrano animarsi da un momento all’altro come persone tra le persone. Una mostra che si attraversa, tramite un contesto dove tutto vibra di magico. Fino al passaggio del testimone del 5 aprile 2022 a Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, dunque, al Museo di Roma a Palazzo Braschi un evento espositivo che segna il ritorno in Italia dell’artista austriaco con alcuni dei suoi capolavori provenienti dal Museo Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz. Una mostra che sostanzialmente ripercorre la vita e la produzione artistica di Klimt, sottolineandone il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e indagando sul suo rapporto con l’Italia, meta dei suoi viaggi e luogo di alcuni suoi successi espositivi. Sono circa 200 le opere esposte, tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture di Klimt e degli artisti della sua cerchia.

Oltre a opere iconiche – come la famosissima Giuditta I Signora in bianco, Amiche I (Le Sorelle) e Amalie Zuckerkandl, è possibile ammirare anche prestiti del tutto eccezionali come La sposa della Klimt Foundation e Ritratto di Signora, trafugato dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato fortunosamente nel 2019.

Klimt. La Secessione e l’Italia è una mostra promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, co-prodotta da Arthemisia che ne cura anche l’organizzazione con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna.

A distanza di 110 anni dalla sua partecipazione all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911, uno straordinario ritorno in Italia per celebrare il percorso artistico di uno dei più grandi esponenti della secessione viennese, sottolineandone rispettivamente la dimensione pubblica e privata.

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