L’Italia e l’Europa vivono una fase buia rispetto al tema delle migrazioni: la recente condanna di Mimmo Lucano, la mancanza di risposte concrete da parte del governo italiano al problema migratorio e l’inesistenza di risposte europee a tale situazione lasciano le città e i migranti nelle mani dello sfruttamento.

Mentre la politica tace, l’arte cerca invece di connettere città e persone: a Palermo è in corso l’iniziativa “Between Land and the Sea”, un progetto di Studio Rizoma che coinvolge più di 50 artisti, lavoratori, ricercatori, migranti, pescatori e agricoltori per raccontare le connessioni tra le città portuali di Palermo, Tunisi e Brema, dove l’iniziativa ha preso piede, grazie a una collaborazione con la Biennale di Tunisi Dream City e il Teatro Nazionale di Brema. Si parla di legami che spaziano dai commerci fino alle migrazioni, e tramite questi ultimi si vuole raccontare con rappresentazioni artistiche, teatrali e spettacoli di danza il ponte tra l’Europa e il Maghreb e, più in generale, tra il Sud e il Nord del mondo.

Il messaggio chiave di tutto il progetto è quello di scardinare il mito dei confini nazionali e unire artisti e attivisti di diverse città tramite pratiche di solidarietà: cittadini di ogni parte del mondo (da Beirut a New York, da Berlino a Dakar) si uniscono per mettere in luce i problemi sistemici che il nostro pianeta sta vivendo.

Focus di questa iniziativa palermitana sarà il “ghetto” di Campobello di Mazara, un accampamento informale dove migliaia di migranti, molti dei quali impegnati nella raccolta di olive in Sicilia, trovano rifugio e alloggio. Ad inizio ottobre un incendio nel ghetto ha danneggiato l’area, provocando la morte di un giovane lavoratore e lasciando centinaia di persone senza un alloggio. Queste situazioni sono diffuse in tutto il territorio nazionale: i migranti sono al centro di catene produttive essenziali ma insostenibili dal punto di vista dei diritti umani. Mentre i governi europei chiudono gli occhi di fronte a queste situazioni, il progetto “Between Land and the Sea” cerca di porre il problema dell’integrazione, accoglienza e difesa dei diritti umani al centro del dibattito politico.

Un esempio è certamente la mostra temporanea “Deal”: in via Oreto a Palermo si trovano le fotografie dell’artista e documentarista siciliano Francesco Bellina, le cui illustrazioni raccontano il rapporto contemporaneo tra Italia e Tunisia in una installazione che vuole cogliere la cruda polemica che separa il movimento delle merci da quello delle persone. Poi c’è “Trio. For the Beauty of It” i cui protagonisti sono i membri dell’ensemble transnazionale La Fleur. Si metterà in scena una performance di danza che rifletta le connessioni transnazionali tra diversi stili di danza. La compagnia è infatti composta da artisti di diverse città del mondo (New York, Città del Messico, Parigi, Berlino e Amburgo).

Queste giornate palermitane hanno l’obiettivo di creare una narrazione di continuità tra comunità che sembrano in opposizione tra loro: per questo sarebbe importante che più iniziative come queste si diffondano nel territorio nazionale, affinché si inizi a scardinare le pratiche di violazioni dei diritti umani verso quelle comunità apparentemente distanti da noi.

Photo Credits: Maghweb per Studio Rizoma

Articolo Successivo

Carmen Mola, sono tre uomini i vincitori del premio Planeta in Spagna: così si dà forza al testo

next