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Ultimo aggiornamento: 8:48 del 18 Ottobre 2021

‘Il sassolino nella scarpa’, qual è il costo di ciò che indossiamo? L’inchiesta di PresaDiretta che mostra luci e ombre dell’industria delle calzature

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Lunedì 18 ottobre, alle 21.20 su Rai 3, PresaDiretta entra nel mondo delle calzature con l’inchiesta “Il sassolino nella scarpa”. Luci e ombre di un’industria che ogni anno produce 24,3 miliardi di scarpe, 66 milioni di paia al giorno. L’Italia è il primo produttore di scarpe in Europa: 4.100 aziende, 72mila addetti, un fatturato che nel 2019 prima del Covid, valeva 14 miliardi e 300 milioni di euro. Un mercato che durante la pandemia ha subito una contrazione, ma a pagare sono stati soprattutto i piccoli artigiani e i produttori che lavoravano per il mercato del lusso.

Come funzionano la complessa filiera delle scarpe e il sistema di appalti e subappalti? La materia prima delle scarpe è la pelle. L’industria conciaria italiana è leader mondiale nel settore, copre il 65 per cento della produzione dell’Unione Europea ed il 23 per cento di quella mondiale. I più grandi distretti delle pelli d’Europa sono in Toscana ed in Veneto. Le concerie della valle del Chiampo generano il 58,2 per cento del fatturato italiano del settore, il 37,9 per cento di quello europeo e il 13,2 per cento di quello mondiale.

Un’industria che ha bisogno di utilizzare un’enorme quantità di prodotti chimici durante la lavorazione: il loro smaltimento è una fase molto delicata. PresaDiretta ha seguito le indagini della magistratura, le denunce dei Comitati locali e delle Organizzazioni internazionali: sversamenti di reflui contaminati nei corsi d’acqua, fragilità del sistema di monitoraggio pubblico, utilizzo di acidi molto potenti di origine sintetica come i Pfas, di cui il programma di Riccardo Iacona si è occupato più volte. Questi composti chimici sono anche la causa di uno dei più gravi disastri ambientali degli ultimi cinquant’anni. Un danno irreversibile per l’ambiente, ma anche per le persone, perché attraverso il cibo e l’acqua, i pfas sono finiti nel sangue degli abitanti del Veneto. Causando malattie alla tiroide, tumori, aborti, sterilità.

I pfas venivano prodotti da un’azienda della valle del Chiampo, la Miteni, che proprio in queste settimane sta affrontando il più grande processo italiano per inquinamento ambientale: è accusata di avere contaminato con i pfas la falda acquifera del Veneto, la seconda d’Europa. Oggi la Miteni è chiusa, ma i pfas continuano a essere utilizzati nell’industria della concia per rendere le pelli idrorepellenti.

Perché è così difficile risolvere il problema dell’inquinamento di questi territori? PresaDiretta ha cercato le risposte e raccolto documenti esclusivi, analisi e comunicazioni tra l’Arpav, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto, la Regione e le società che gestiscono gli impianti di depurazione del distretto. In particolare Acque del Chiampo, che controlla il più importante depuratore della zona, quello di Arzignano, dove ogni giorno vengono scaricati dalle concerie 30mila metri cubi di reflui.

“Il sassolino nella scarpa” è un’inchiesta di Riccardo Iacona, Giulia Bosetti, Eleonora Tundo. Filmmaker sono Alessandro Marcelli e Lorenzo Calanchi.

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