Il tempo della gestione e della strategia del contenimento va verso il tramonto. Gli scontri di Roma hanno lasciato il segno, al Viminale e negli apparati di sicurezza. E in vista dei prossimi 20 giorni durante i quali sono almeno due gli appuntamenti “caldi”, il ministero dell’Interno valuta una rimodulazione nelle modalità di approccio a manifestazioni e cortei per contestare le normative per gestire la pandemia. L’analisi di quanto avvenuto sabato, con l’assalto alla sede della Cgil e la guerriglia urbana scatenata nel centro di Roma, è già iniziata e proseguirà nei prossimi giorni. Con almeno tre motivi di preoccupazione.

Il primo è che c’è stato quel “salto di qualità” da parte delle frange più estreme che hanno infiltrato la protesta e che è stato chiarissimo nel momento in cui un gruppo di Forza Nuova ha puntato sulla sede del sindacato. Da questo punto di vista, gli arresti nella notte di domenica che hanno decapitato il vertice forzanuovista rende la situazione più tranquilla. Il secondo nasce invece dalla certezza che non sarà più possibile, come è stato nei mesi di emergenza Covid, adottare la sola strategia di ‘contenimento’ delle piazze, il che significa mettere in conto contrapposizioni più dure con i manifestanti. La terza preoccupazione, infine, nasce dal fatto che – al netto di una sottovalutazione, che in parte c’è stata visto che dalle previsioni erano attese mille persone e invece ne sono arrivate 10mila – l’organizzazione delle proteste, e dei disordini, viaggia ormai solo su chat e social. Dunque servono contromisure adeguate per intercettare queste dinamiche e non trovarsi più spiazzati. Con l’aggiunta della difficoltà di fronteggiare piazze in cui si mescolano aizzatori di professione, una zona grigia di No Vax arrabbiati e famiglie.

Di tutto questo si parlerà mercoledì nel Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, alle prese con un’altra grana: l’attacco di Giorgia Meloni e, a ruota, di Matteo Salvini. Fratelli d’Italia ha definito “pessima” la gestione dell’ordine pubblico e poi ci sono le parole del leader della Lega, pronto a rilanciare il fronte già aperto con il Viminale. “Chiederemo al ministro cosa sapeva e cosa non sapeva. Come sta passando il suo tempo? Com’è possibile che Castellino fosse là? Se sapeva è incapace. Chi sbaglia paga, gli estremisti violenti come il ministro”, dice il suo predecessore al ministero dell’Interno.

Il Viminale domenica ha parlato di “equilibrio e professionalità” mostrato dagli uomini in piazza. Ma l’incontro in settimana tra i vertici delle forze di polizia e degli apparati d’intelligence – già in programma da tempo mercoledì con al centro l’organizzazione, dal punto di vista della sicurezza, del vertice del G20 che si terrà a fine mese a Roma a fine mese e sul quale c’è già un’attenzione altissima – servirà anche come risposta agli attacchi e soprattutto per mettere a punto la strategia per le prossime settimane visto che, al ministero ne sono convinti, l’onda di rabbia non si è certo esaurita sabato. Gli attacchi di Forza Nuova nelle chat Telegram sono lì a dimostrarlo. Da qui il cambio di approccio lasciato filtrare nelle scorse ore: un nuovo giro di vite sulla prevenzione, considerato l’elemento chiave per evitare che poi le manifestazioni si trasformino in guerriglia urbana; ma anche un cambio di rotta nella gestione della piazza.

Durante tutti questi mesi la parola d’ordine sono state “contenimento” e “dialogo”: nonostante le autorizzazioni fossero per manifestazioni “statiche”, compresa quella di sabato, più volte sono stati consentiti cortei non autorizzati. Non accadrà più: sarà sempre garantita la possibilità di esprimere il proprio dissenso, ma l’idea ora è quella di essere “fermi” nei confronti di chi punta a alzare la tensione e a strumentalizzare le piazze. Da questo punto di vista, Roma ha dimostrato tutte le difficoltà pratiche: in strada non c’erano solo gli estremisti ma tantissima gente “non inquadrata“. Un dato di fatto che, sottolineano qualificate fonti di sicurezza, non nasce ieri e la cui radice va rintracciata nell’atteggiamento di certa politica, anche di governo – leggi Lega – i cui comportamenti ondivaghi non fanno altro che alimentare un malcontento già diffuso in certi strati sociali e allo stesso tempo indeboliscono e minano le scelte dell’esecutivo.

La Prefettura di Roma ha difeso il proprio operato, con una nota del prefetto Matteo Piantedosi, parlando di una “adeguata cornice di sicurezza” per “fronteggiare anche le frange più radicali della protesta, coniugando sempre meritoriamente la risolutezza degli interventi con la doverosa constatazione che la maggior parte dei manifestanti, al di là del merito dell’iniziativa, esprimeva in maniera non violenta il proprio dissenso”. L’uso della forza, ha sottolineato Piantedosi, è “qualcosa che deve essere sempre ponderato con equilibrio, soprattutto quando si fronteggiano gruppi indistinti di persone”. Ed è questo il nodo di tutta la questione: riuscire a gestire una piazza dove si mescolano facinorosi e cittadini che vogliono solo manifestare il proprio dissenso verso le politiche anti-Covid adottate dall’esecutivo. Un mix che sta creando numerosi grattacapi agli apparati di sicurezza e agli agenti in strada.

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