Tra pochi giorni compio gli anni. Infatti il 29 settembre sono 10 anni che scrivo per questo giornale. Sono felice di aver condiviso con voi le mie idee. Grazie a chi mi ha letto, grazie a chi ha condiviso e grazie anche a chi ha criticato, perché la critica positiva non può essere che di stimolo. Così per questo importante anniversario ho pensato di raccontarvi una favola.

Penso da anni che l’assessorato alla Salute comunale sia importantissimo. In questo periodo di guerra virale ancora di più. La sanità pubblica è andata in crisi perché negli ultimi decenni, soprattutto in Regione Lombardia, è stata svenduta ai privati con le conseguenze evidenti: reazione al Covid scomposta, liste di attese senza controllo, patologie non Covid lasciate al caso e molto altro che chi è abituato a ciò che scrivo conosce bene.

Decido a novembre 2020 di spiegare al mio Sindaco, Giuseppe Sala, che reintrodurre un assessorato alla Salute potrebbe essere fondante e importantissimo soprattutto a Milano per poter almeno colloquiare con l’assessore corrispondente della regione. Scrivo una mail con cinque punti il giorno 23 novembre 2020. Il 26 novembre mi giunge la risposta con apprezzamento dei punti e in particolare per il 4 e 5 e “mi riservo a tempo debito di ricontattarLa”.

Passano i mesi fino alla ricandidatura e all’annuncio di una lista civica “Milano in salute”. Venni contattato dal coordinatore e dal capolista. Alcune telefonate scambiate con le mie idee ma soprattutto con la richiesta di poter reintrodurre l’assessorato alla Salute comunale. Perché è vero che il titolo V della Costituzione demanda, ahimè, le competenze alle regioni; ma la stessa Costituzione pone il Sindaco garante della salute pubblica. Quindi perché non avere un assessore alla Salute comunale che possa dialogare con quello regionale, ancor più se su fronti opposti, per poter far uscire dal cappello le idee migliori?

Dopo qualche giorno la risposta dal coordinatore. Non può essere candidato per le quote rosa e perché lei ha una condanna in primo grado. Per le quote rosa purtroppo non posso fare nulla. Sono uomo, medico e con tante idee. Per la condanna in primo grado, che ritengo invece una medaglia, non posso spiegare più di tanto perché sto aspettando l’esito dell’appello. Quindi ho spiegato e spiego a voi ciò che è pubblico.

È una condanna per un reato di opinione perché scrissi proprio qui di un frate che aveva vinto dei bandi pubblici pur essendo indagato per aver sottratto dei soldi di donazioni al suo ordine. Il frate venne assolto per prescrizione e i superiori, visto che accettò la prescrizione, lo dimisero dall’ordine e dallo stato clericale. Altro non posso dirvi per ovvi motivi processuali, ma sicuramente dirò nel momento in cui arriverà la sentenza definitiva. Una medaglia per me, come detto, uno stop per la politica (!). Anche se in me resta il dubbio che le mie idee, solo dalla parte dei cittadini, avrebbero potuto disturbare molti. Naturalmente ho inviato una nuova mail al Sindaco il 6 agosto 2021 per spiegare la situazione e chiedere perché mi hanno evitato, con la preghiera di fermare lui, quel signore che gira tutt’oggi indisturbato per Milano.

Chiunque vinca mi nominerà assessore alla Salute per far realmente cambiare e proteggere il bene comune? Non penso proprio. Non penso che le idee siano più forti degli intrecci politici anche fra opposte fazioni. Io non ho più voglia ma non ho il coraggio di fermarmi, per voi.

Andate comunque a votare. È l’unica libertà che ci rimane. Buon voto a tutti.

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