Lo aveva insultato con epiteti razzisti come “negro” e “scimmia” durante tutto il riscaldamento prima del big match di Serie A tra Juventus e Milan. Adesso, però, è stato identificato il tifoso bianconero che all’Allianz Stadium, domenica 19 settembre, si è accanito contro il portiere rossonero Mike Maignan. La Digos di Torino è riuscita a risalire all’identità dell’uomo, operaio e sindacalista di Rovigo iscritto allo Juventus Club Gaetano Scirea di Castagnaro, che ne ha già annunciato l’espulsione, grazie alle telecamere di sicurezza installate all’interno della struttura. Adesso dovrà rispondere dell’accusa di istigazione all’odio razziale.

In quell’occasione, l’estremo difensore milanista non aveva fatto una piega, continuando il suo lavoro con il preparatore e disputando regolarmente la partita. Ma a palla ferma, aveva affidato a un lungo post su Instagram il suo pensiero su ciò che è accaduto: “Domenica sera all’Allianz Stadium i tifosi della Juventus mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali – ha scritto – Cosa volete che dica? Che il razzismo è sbagliato e che questi sostenitori sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l’ultimo giocatore a cui accadrà. Finché questi eventi vengono trattati come ‘incidenti isolati’ e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora. Cosa stiamo facendo per combattere il razzismo negli stadi di calcio? Credete davvero che sia efficace? Faccio parte di un club che si sforza di aprire la strada opponendosi a tutte le forme di discriminazione. Ma bisogna essere più numerosi ed essere uniti in questa battaglia contro un problema sociale più grande del calcio stesso. Nelle stanze che governano il calcio, le persone che decidono sanno cosa si prova a sentire insulti e urla che ci relegano al rango di animali? Sanno cosa fa alle nostre famiglie, per i nostri cari che lo vedono e che non capiscono che potrebbe ancora succedere nel 2021? Non sono una ‘vittima’ del razzismo. Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché possiamo dare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo”.

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