“L’obiettivo del governo di garantire la scuola in presenza al 100% rischia di essere fortemente disatteso come dimostra il numero di classi e studenti già in quarantena. È una strategia molto rischiosa puntare esclusivamente sulla vaccinazione senza screening sistematici e interventi di sistema su aerazione, ventilazione e gestione trasporti”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta partecipando ad un evento promosso da Cittadinanzattiva, nel corso del quale ha presentato il report sulla sicurezza nelle scuole in relazione al Covid-19.

SCREENING – “Le evidenze scientifiche dimostrano che per minimizzare il rischio della circolazione virale nelle scuole è necessario attuare tutti gli interventi di prevenzione”, ha proseguito il presidente di Gimbe, “ma i vaccini per gli under 12 anni non sono disponibili. Per gli over 12 invece la copertura ha nette differenze regionali. Le mascherine si usano solo dalla scuola elementare in poi, manca uno screening sistematico e il distanziamento è subordinato agli aspetti logistici mentre mancano interventi strutturali, nelle scuole, su aerazione, ventilazione e trasporti”. Secondo Cartabellotta “L’ipotesi di abbandono delle mascherine anche se tutti sono vaccinati in classe non poggia su alcuna evidenza scientifica”. Il rischio zero a scola, precisa il presidente Gimbe, “non esiste”. Anzi, “serve un approccio multisistema perché – stando ad alcune simulazioni – anche se ci sono gli studenti e il personale vaccinato, si usano le mascherine, c’è il distanziamento, si fanno gli screening, un 13% di studenti rischia comunque di infettarsi“. Secondo quanto emerso dai dati, le mascherine riducono il rischio di contagio anche se tutti gli studenti sono vaccinari del 50% per la bassa immunità, del 35% per la media immunità e del 24 % per l’alta immunità. Con la variante le percentuali salgono al 70% al 57% e al 41%. Secondo Cartabellotta i test salivari sono il futuro per via della loro facilità di utilizzo: “Ma i pochi studi compiti su essi mostrano che la possibilità di scoprire i positivi siano tra il 53 e il 73%. Sono necessari altri studi, anche per standardizzare il metodo di raccolta del campione”.

IL REPORT – Nella popolazione tra 0 e 19 anni tra il 30 agosto e il 12 settembre sono stati registrati 17.312 nuovi casi di Covid, 190 persone sono state ospedalizzate, 2 ricoverate in terapia intensiva, non si registrano decessi. Nella stessa fascia di età, tra il 16 e il 29 agosto, quando cioè le scuole non erano iniziate, i nuovi casi erano stati 22.843 con 297 ospedalizzazioni , 4 ricoverati in terapia intensiva, 0 decessi. Cartabellotta ha evidenziato che i contagi scendono soprattutto nella fascia 12-19 anni mentre sono aumentate le ospedalizzazioni dei bambini al di sotto dei 3 anni. Il 32,3% degli studenti nella popolazione 12-19 anni non ha ricevuto nessuna dose, spiccano i giovani della Provincia autonoma di Bolzano, della Valle d’Aosta (40,4%) e della Liguria (40%). I giovani più vaccinati sono quelli della Puglia (25%), della Lombardia (24%) e della Sardegna, questi ultimi sono i più vaccinati di tutti, solo il 24,2% non è vaccinato. Nella fascia di età 12-19 anni il 52,1% pari a 2.374.04, ha fatto il ciclo completo di vaccinazioni, il 15,6% pari a 712.088 ha fatto la prima dose e il 32,3% pari a 1.470.788 nessuna dose. Quanto al personale scolastico, è del 6,1 la percentuale del personale scolastico che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino mentre in 7 regioni – Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise, Abruzzo, Campania, Toscana e Calabria – il 100% del personale risulta aver concluso la vaccinazione. Tra i non vaccinati spicca il personale di Bolzano, con il 21,2% segue Trento con il 18%, poi Valle d’Aosta, Piemonte, Sicilia, Basilicata con il 10,9% di non vaccinati, Lombardia (10,5%), Umbria, Liguria, Puglia, Sardegna con il 5%, Emilia Romagna, Veneto e infine le Marche con il 3%.

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