Una “tragedia che ci ha uniti nel segno del dolore“. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, In occasione del ventesimo anniversario dell’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, ricorda quanto accaduto alle Torri Gemelle. Il Capo dello Stato ha voluto mandare un messaggio alla popolazione in particolare “ai connazionali e alle persone di origine italiana che persero la vita in quella dolorosa circostanza”. “Vite – si legge – spezzate da un fanatismo vile e cieco che colpì uomini e donne innocenti”. Con lui anche altre cariche istituzionali, dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

“La memoria della barbara aggressione” di vent’anni fa “ci spinge con sempre maggiore vigore a proteggere quella cornice comune di valori che risponde ai princìpi di libertà e pacifica convivenza tra popoli”, scrive nel suo messaggio il Capo dello Stato. Il riferimento inevitabile, quindi, è all’Afghanistan e a quanto accaduto negli ultimi mesi con il passaggio del potere nelle mani dei talebani e il ritiro delle forze occidentali. “La drammatica vicenda afgana che ne è seguita, sino al recente gravissimo attentato presso l’aeroporto di Kabul, ultimo di una sequela di brutali attacchi terroristici susseguitisi negli anni in tanti Paesi, conferma quanto sia impervia la strada della affermazione dei diritti dell’uomo“. Diritti che, secondo Mattarella, sono “indivisibili”. “Libertà, democrazia, pace e sicurezza sono valori indivisibili che non possono mai essere considerati acquisiti – si legge ancora nel messaggio – bensì devono essere preservati e alimentati dalla comunità internazionale”.

Da questo punto di vista, sottolinea quindi Mattarella, “l’impegno dell’Italia non verrà mai meno” a partire “dal contributo alla definizione di una cornice di sicurezza che sappia sconfiggere il terrorismo e i suoi inganni”. Come? Con la vicinanza agli Stati Uniti e agli altri alleati. “L’Italia è solidale con gli Stati Uniti e gli altri alleati per fronteggiare ogni minaccia terroristica”, scrive ancora Mattarella. Ma non solo. Sarà vicina agli alleati anche per “spegnere i focolai di guerra che le fortificano e per rafforzare un ordine mondiale incentrato sul diritto, sulla giustizia sociale ed economica, attraverso la cooperazione, il dialogo multilaterale, nella profonda convinzione che tale impegno consentirà di affrontare le nuove decisive sfide che si profilano sullo scenario globale per lasciare un futuro migliore alle nuove generazioni”.

Anche Ursula von der Leyen, ricordando le vittime e onorando “coloro che hanno rischiato tutto per aiutarle”, via Twitter ha espresso totale solidarietà europea verso gli Stato Uniti. “Anche nei momenti più bui e difficili, il meglio della natura umana può trasparire – ha scritto – L’Ue è al fianco degli Usa nella difesa della libertà e della compassione contro l’odio”.

Stesso concetto espresso anche dal ministro Di Maio che a Roma alla commemorazione degli attentati ha ricordato come “la lotta al terrorismo” non sia finita. “Questa è un’occasione per rinnovare l’impegno della nostra alleanza con gli Stati Uniti, nella Nato, dell’Alleanza euroatlantica” anche di fronte “a pericoli che non possiamo affrontare da soli. La lotta al terrorismo non è finita”, ha spiegato il titolare della Farnesina, sottolineando come l’11 settembre abbia “cambiato ogni giorno degli ultimi venti anni in maniera radicale nelle nostre società, nelle nostre civiltà e nel nostro modo di gestire gli affari esteri come governi alleati”. Rendendo onore alle vittime e ai tanti che “prestando servizio per salvare le loro vite, l’hanno persa”, Di Maio, ha sottolineato come “le cellule terroristiche” negli ultimi vent’anni abbiano cominciato “ad utilizzare nuove tecnologie per radicalizzare i potenziali terroristi” per questo “dobbiamo tenere alta la guardia” mettendo insieme intelligence e gli apparati militari, ma anche sradicando il terrorismo “con un approccio olistico”. “In aree come quella del Sahel o del Medio Oriente molti giovani sono nelle mani delle cellule terroristiche a causa delle condizioni economiche e sociali – ha spiegato – Dobbiamo lavorare su tutti questi fronti per cercare di preservare i nostri paesi, la sicurezza della nostra popolazione ma anche sviluppare nuovi piani per aiutare altri popoli”. Quindi il ministro ha concluso: “In Afghanistan ci siamo stati venti anni e l’istruzione femminile e passata da zero al 98 per cento: ci sono stati dei risultati importantissimi per la nostra alleanza dal punto di vista dei diritti civili, dei diritti umani e del progresso. Dobbiamo lavorare per preservarli nonostante le condizioni difficili”.

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