Il gruppo Intesa Sanpaolo ha chiuso i primi sei mesi dell’anno con utili per 3 miliardi di euro, in aumento di quasi il 18% rispetto allo stesso periodo del 2020. La prima banca italiana si attende di finire il 2021 con guadagni per almeno 4 miliardi di euro. I ricavi toccano i 10,8 miliardi di euro (+ 18,6%), grazie soprattutto ai 4,7 miliardi di euro garantiti dalle commissioni (+13%) . Nel solo secondo trimestre dell’anno i profitti sono stati pari a 1,5 miliardi di euro. Calano i crediti deteriorati, ossia quei prestiti che rischiano di non essere restituiti nei tempi concordati a causa delle difficoltà dei debitori, in discesa del 7,6% rispetto a fine 2020.

L’amministratore delegato Carlo Messina parla di “Eccellente risultato con un utile di 3 miliardi. Per Intesa Sanpaolo si tratta del miglior risultato netto del primo semestre dal 2008, dopo anni di crescita continua”. In merito alla recente acquisizione, Messina segnala che “La combinazione con Ubi aggiunge valore rilevante, creando sinergie annue di oltre 1 miliardo senza oneri sociali. La fusione con Ubi Banca – ha aggiunto – è stata completata con successo, portando ulteriore creazione di valore. Non vedo altre possibilità di operazioni. Abbiamo fatto la mossa giusta al momento giusto ma adesso per noi il gioco si è concluso”. “Lo stress test Eba ha confermato che Intesa Sanpaolo è una banca a bassissimo rischio anche in uno scenario avverso per l’Italia”, ha concluso Messina specificando che – “Rispetto al buyback (riacquisto di azioni proprie per accrescere il valore dei titoli, ndr) preferisco pagare i dividendi cash”.

Il giudizio sui conti è condiviso dagli analisti finanziari. Si tratta di un “semestre solido guidato da commissioni e rating”, evidenziano gli analisti di JP Moragn. “Crediamo che il gruppo – aggiungono – stia usando la forte generazione di utili di quest’anno per caricare più accantonamenti in vista del nuovo business plan”. Si risultati “migliori del previsto” parlano gli analisti di Citi. Intesa Sanpaolo ha “mostrato una buona serie di risultati migliori delle attese”. Il gruppo ha anche “aumentato la sua guidance sugli utili netti per il 2021 da ben al di sopra di 3.5 miliardi a almeno 4 miliardi, confermando anche la politica dei dividendi al 75% per il 2021, e 4Q top up di distribuzione previsto (tra i più alti del settore)”. Ubs, invece, evidenzia il “netto successo”, principalmente spiegato dall’aumento “con forza dei ricavi. Nel complesso, numeri solidi, senza nessuna area evidente di preoccupazione”. Reazione composta in borsa, dove i risultati erano attesi e il titolo guadagna lo 0,6%.

Potrebbe chiudersi con un piccolo utile il trimestre di Mps, banca al centro delle polemiche politiche di questi giorno dopo l’annuncio del passaggio ad Unicredit di alcuni asset. E’ quanto si apprende in ambienti vicini alla banca senese, in cui si parla di un risultato di esercizio che dovrebbe essere sostanzialmente “in linea” con quello del primo trimestre quando si erano messi a bilancio profitti per quasi 120 milioni. Domani il consiglio, oltre alla semestrale, approverà la transazione con la Fondazione Mps, che costerà 150 milioni di euro, che porrà fine ad un contenzioso legale, e i cui effetti dovrebbero, per competenza temporale impattare sui risultati del terzo trimestre. Tra poche ore (alle 20) il ministro dell’Economia Daniele Franco, riferirà in Parlamento sulla situazione della banca senese.

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