A poco meno di tre mesi dall’arresto la procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato nei confronti dell’imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, in carcere dallo scorso 22 maggio per aver violentato, nel suo appartamento in centro a Milano, una studentessa di 21 anni, dopo averla resa incosciente con una dose massiccia di tranquillanti, per poi fotografarla. La giovane era stata attirata col pretesto di uno stage formativo nella sua azienda, la Global Farma. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere era stata eseguito dai carabinieri. I reati contestati sono violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate.

Le indagini erano partite dalla denuncia della studentessa che aveva raccontato di essere stata invitata a un incontro di lavoro tra imprenditori per uno stage e di aver perso completamente i sensi dopo aver bevuto un caffè. Si era risvegliata a casa dell’uomo stordita e con addosso i vestiti indossati la sera precedente. La perquisizione domiciliare eseguita, dopo qualche giorno, aveva permesso di ritrovare, nascoste in una nicchia della cucina, due confezioni del medicinale “Bromazepam” (ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine).

Dopo l’arresto altre giovani donne avevano denunciato di aver subito violenze dopo essere state stordite. La richiesta di processo, senza che sia celebrata l’udienza preliminare e sulla quale deve decidere il giudice per le indagini preliminari, Chiara Valori, è stata avanzata dal pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella, e riguarda solo il caso della studentessa della Bocconi che si era trovata a casa di Di Fazio il 27 marzo, totalmente priva di forze e completamente stordita. Secondo le indagini ci sarebbero altre 4 vittime a cui si aggiunge l’ex moglie che sarebbe stata oggetto di maltrattamenti e anche di un tentato omicidio. Su questi episodi sono ancora in corso accertamenti e quindi non fanno parte dell’istanza che dovrà essere valutata dal giudice.

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