Questa settima giornata olimpica si prospettava magra per i colori azzurri, con la possibilità di ottenere medaglie in pochissime discipline e la notte non ha fatto altro che ribadire questa prospettiva. La squadra di spada maschile, una delle poche carte da medaglia che avevamo, è uscita ai quarti per mano della Russia. È una sconfitta che fa male perché il team formato da Andrea Santarelli, Enrico Garozzo e Marco Fichera era argento olimpico in carica, oltre ad essere secondo nel ranking, rispetto alla settima posizione della Russia. Purtroppo nell’ultimo giro di assalti i tre azzurri hanno perso nettamente contro gli atleti russi e si sono dovuti fermare ai quarti di finale. Nel nuoto non avevamo atleti in finale e l’evento della notte è stato l’oro con record del mondo stabilito a 2.18.95 nei 200 rana femminili, da parte della sudafricana Tatjana Schoenmaker. L’unico motivo di interesse azzurro in vasca era cercare di vedere Margherita Panziera nella finale dei 200 dorso, in cui è campionessa europea. Ma purtroppo è uscita dalle prime otto, sottolineando ancora una volta la fatica fatta in questa edizione olimpica.

Stanotte però è iniziata la regina dei Giochi, l’atletica leggera: avevamo subito carte da giocare per eventuali semifinali e finali. Il primo evento in pista sono state le batterie dei 3000 siepi e siamo stati subito grandi protagonisti. Avevamo tre atleti nelle tre semifinali e tutti si sono comportati benissimo. Nella prima batteria l’azzurro Ala Zoghlami stabilisce il personale in 8.14.06, finisce nel gruppo dei grandi con l’etiope Girma e il keniano Kigen, non è nei primi tre posti che gli avrebbero consentito il passaggio diretto in finale ma ci arriva lo stesso, come uno dei migliori sei tempi fra i ripescati. Nella seconda batteria c’è invece Ahmed Abdelwahed: il mezzofondista nato a Roma finisce terzo e non ha problemi ad arrivare in finale. Nella terza, il fratello gemello di Ala, Osama Zoghlami. Lui è molto sfortunato perché finisce quarto sul filo di lana, battuto dal francese Phelut, ma con 8.19.51 non è tra i sei posti dei ripescati perché la sua batteria è stata condotta con un ritmo molto più lento.

Quello che è piaciuto molto non è solo il passaggio di due nostri atleti in finale dei 3000 siepi, ma anche le parole a fine gara di Ala Zoghlami, il quale ha sottolineato come la squadra italiana nel suo complesso non voglia più aspettare, ma andare a sfidare i grandi del mondo senza paura. È questo lo spirito giusto per grandi imprese e tornano alla mente i fasti della nostra squadra di siepisti formata da Panatta, Lambruschini e Carosi. C’era poi subito la qualificazione della gara del salto in alto, una gara in cui abbiamo un atleta da medaglia, Gianmarco Tamberi. Gimbo si è qualificato saltando fino a 2,28, con un solo errore proprio a questa quota e dimostrando un buono stato di forma. Purtroppo Stefano Sottile si è fermato a 2,17, non riuscendo a saltare 2,21 per problemi fisici evidenti in fase di caricamento dello stacco. Elena Bellò negli 800 metri femminili si è qualificata per la semifinale, così come il campione d’Europa Under 23, Emanuele Sibilio nei 400 ostacoli. È arrivato terzo nella batteria con il norvegese che detiene il nuovo record del mondo, Karsten Warholm.

Finalmente una bella notizia dall’arco femminile. Lucilla Boari ha battuto la bielorussa Marusava agli ottavi di finale con un 6-5 pieno di suspense, risolto allo shoot-off grazie a una freccia scoccata sul 10. Adesso ai quarti deve affrontare la cinese Wu. Agli ottavi di boxe femminile Rebecca Nicoli fa un grande incontro contro la numero 1 al mondo e campionessa del mondo 2018, l’irlandese Harrington. Tra le due ballano dieci anni di età e di sicuro sono stati premiati il ranking e il nome nel giudizio finale dei giudici, ma Nicoli può solo crescere, si è visto davvero tanto. Infine un’altra gara che è più una grande speranza che un risultato importante oggi. Nel canottaggio Gennaro Di Mauro è arrivato vicino al campione del mondo del singolo, il tedesco Oliver Zeidler. Si trattava di finale B, mentre la finale A è storica perché vinta dal greco Ntouskos, ma può essere un biglietto da visita niente male per Gennaro. Lui ha 19 anni, un fisico spaventoso, essendo alto 210 cm e potenzialità incredibili. Si è avvicinato da pochissimo al canottaggio e oltre a questi buoni risultati alle Olimpiadi, nell’ottobre 2020 ha stabilito il record del mondo di indoor rowing: in trenta minuti sul rower ha percorso la distanza di 9.374 metri. Guardando lui in questa notte, il pensiero già correva veloce verso Parigi 2024.

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