Una settimana fa, dopo che Il Fatto Quotidiano ha sollevato il caso dei contributi a fondo perduto in ritardo, Agenzia delle Entrate e Tesoro hanno disposto i pagamenti automatici previsti dal decreto Sostegni bis. Quelli parametrati al calo di fatturato subito nell’intero 2020 rispetto al 2019. Ma gli ostacoli, per le attività economiche danneggiate dal Covid, non sono finiti. Perché non c’è alcuna notizia riguardo al secondo canale di accesso agli aiuti, il contributo “alternativo” riservato alle partite Iva che hanno più risentito delle restrizioni dei primi mesi del 2021. Il provvedimento consentiva di chiedere un ricalcolo del ristoro sulle base del fatturato perso tra il primo aprile 2020 e il 31 marzo scorso, invece che nel solo esercizio 2020. Ma le Entrate non hanno ancora messo a disposizione il modulo.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco, nella stessa audizione in cui aveva annunciato l’avvio dei pagamenti automatici per il 16 giugno, aveva detto che lo sportello telematico per presentare le domande per il contributo alternativo sarebbe stato aperto il 23. La prima scadenza è poi slittata al 22 e sulla seconda ad oggi, trascorso un mese dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta, non ci sono informazioni. Per questa “seconda via” – integrativa per quanti hanno già ricevuto il contributo automatico, esclusiva e con percentuali potenziate per gli altri – sono stati stanziati 3,4 miliardi.

Infine, manca anche il decreto attuativo del Tesoro necessario per stabilire le percentuali di contributo e i requisiti necessari per aver diritto al terzo tassello dei nuovi sostegni, il conguaglio sulla base del risultato d’esercizio dello scorso anno. Per fare richiesta bisogna aver presentato la dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020. Il governo sta valutando la possibilità di far slittare il termine ultimo di presentazione dal 10 settembre previsto dal decreto alla fine del mese.

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