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Ddl Zan e Vaticano, Salvini: “Non è ingerenza, pronti al dialogo”. Ma poi difende la legge di Orban e dice: “Non capisco le intromissioni”

Il leader della Lega dà la disponibilità a un confronto per "modificare il ddl e approvarlo all’unanimità", tacendo il fatto che un testo cambiato farebbe ripartire l'iter di approvazione. E aggiunge: "Il Papa può dire quello che pensa liberamente". Sulla legge ungherese che viene contestata dall'Ue, compresa l'Italia e il premier Draghi, cambia versione: "Ritengo che ogni Stato debba essere libero di decidere"
Ddl Zan e Vaticano, Salvini: “Non è ingerenza, pronti al dialogo”. Ma poi difende la legge di Orban e dice: “Non capisco le intromissioni”
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La nota del Vaticano che impugna il Concordato per chiedere all’Italia di modificare il ddl Zan contro l’omotransfobia “non è una intromissione o ingerenza“. E ora c’è “la disponibilità della Lega e di tutto il centrodestra per modificare il ddl e approvarlo all’unanimità“, perché “se l’obiettivo è contrastare ancor più duramente odio e violenza, siamo tutti d’accordo”. Matteo Salvini si dice pronto al dialogo per approvare la legge contro l’omotransfobia – sapendo che gli eventuali cambiamenti al testo farebbero ricominciare l’iter di approvazione da capo – ma allo stesso tempo difende la legge ungherese voluta dal premier Viktor Orban, che vieta alle associazioni Lgbt+ di dare informazioni sull’omosessualità e censura libri e tv per ragazzi che parlano apertamente di omosessualità. Quella del Vaticano non è un’intromissione secondo Salvini, ma in merito alla presa di posizione dell’Unione europea (compresa l’Italia e il premier Mario Draghi) il leader della Lega dice: “Io me la sono letta la legge e ritengo che ogni Stato debba essere libero di decidere sui programmi scolastici e universitari e sull’organizzazione della giustizia. Non capisco le intromissioni“.

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“Il Papa può dire quello che pensa liberamente, può esprimere liberamente il suo pensiero che coincide perfettamente con il mio. Ora la palla è in mano al Pd: la disponibilità della Lega e di tutto il centrodestra per modificare il ddl e approvarlo all’unanimità c’è, se qualcuno non vuole il dialogo, non vuole il confronto e ritiene che il Papa debba star zitto e che Salvini non vada ascoltato non farà l’interesse delle persone che vuole difendere, perché il documento non passa“, ha detto oggi Salvini. Quello che il leader della Lega definisce un “appello del Papa” è nello specifico una nota della segreteria di Stato vaticana all’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, in cui si chiede “una diversa modulazione del testo normativo”. Quindi di cambiare la legge. La Lega da tempo chiede di intervenire sul testo, che è già stato approvato alla Camera. Eventuali modifiche infatti richiederebbero infatti, dopo il via libera del Senato, un ulteriore passaggio a Montecitorio. Per questo Pd, M5s e LeU chiedono di arrivare direttamente in Aula a Palazzo Madama e votare il provvedimento nella sua attuale formulazione.

Un testo che prevede già la cosiddetta “clausola salva idee”, proprio per rispondere alle critiche sulla presunta limitazione della libertà di pensiero. Eppure, intervistato da Avvenire, Salvini torna sulla questione: “Non vorrei che qualcuno insistesse solo per fare campagne ideologiche sui bambini o per limitare la libertà di espressione“, dice il leader della Lega. Nella sua nota, il Vaticano contesta anche l’articolo 7 del ddl, che istituisce la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia. La preoccupazione della Santa Sede riguarda eventuali attività nelle scuole, che però non sono obbligatorio: “Sono contento che anche la Santa Sede abbia espresso dei dubbi”, commenta Salvini. Che però a una domanda di Avvenire sulla legge ungherese risponde: “Penso che ogni Paese, nel rispetto delle leggi e dei diritti, possa decidere in autonomia sui propri programmi scolastici, su università e giustizia, su tasse e lavoro”.

Eppure 17 Paesi Ue, tra cui anche l’Italia, hanno chiesto alla Commissione europea di agire contro l’Ungheria, portandola in Corte di Giustizia per le misure adottate. Non solo, oggi 16 capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno rilanciato un messaggio: ogni giorno “sosteniamo la diversità e l’uguaglianza Lgbti“. Tra le firme c’è quella del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, sostenuto dalla Lega. Lo stesso premier mercoledì in Aula ha chiarito che “il nostro è uno Stato laico e il Parlamento è libero di legiferare”. “Nessuno mette in dubbio la laicità dello Stato”, il commento di Salvini.

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