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Meloni boccia il partito unico del centrodestra: “Più rischi che vantaggi”. Anche Fedriga contro: “Non si crea in provetta”

In due interviste sul Corriere della Sera e Repubblica, la leader di Fratelli d'Italia e il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia, nonché presidente della Conferenza delle Regioni, si schierano contro la proposta di Berlusconi. Meloni: "Omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare"
Meloni boccia il partito unico del centrodestra: “Più rischi che vantaggi”. Anche Fedriga contro: “Non si crea in provetta”
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Gli elettori di Salvini sono scettici, così come lo è lo stesso leader della Lega. Eppure Berlusconi spinge per un partito unico del centrodestra che includa anche Fratelli d’Italia. Ma a chiudere a questa prospettiva si aggiunge anche Giorgia Meloni, convinta che “il partito unico ha più rischi che vantaggi. Ho sempre pensato che le specificità di ogni partito siano la forza del centrodestra. Rappresentiamo più del 50% degli elettori: omologare tutto ci farebbe perdere più di quanto potremmo guadagnare”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera, dove rievoca anche l’esperienza del Popolo della Libertà. “Io ho vissuto l’esperienza del Pdl: dopo lo slancio iniziale, riuscire a conciliare le diverse identità ha portato a scontri e a mediazioni poco efficaci – ha aggiunto -. Mi sento di consigliare a tutti prudenza in questo dibattito, che agli italiani, alle prese con l’uscita dalla pandemia, la disoccupazione, la povertà, la crisi di molte imprese, può apparire lunare. Come ci organizzeremo non è l’interesse primario degli italiani. Lo è quello che faremo”.

Concorda con Salvini e Meloni anche Massimiliano Fedriga, governatore leghista del Friuli e presidente della Conferenza delle Regioni, che in un’intervista a Repubblica definisce quella di Berlusconi una proposta “in buona fede” ma “forse prematura”. “Un partito unico non si crea in provetta. Cominciamo con la federazione. Poi vedremo…”. Fedriga sottolinea che sia “bene iniziare con la federazione che è già un passo importante” così come “è utile, anche all’interno del governo, che il centrodestra possa parlare con una voce sola”. Quanto alla proposta di Berlusconi, il governatore leghista ritiene che il leader di Forza Italia “creda davvero nel progetto. Sa che l’unità del centrodestra è un valore. Ma non è il momento di parlare di partiti unici. Lavoriamo per una chiarezza delle coalizioni, per l’unità di intenti”. Ad esempio, spiega, “si lavorerà velocemente su portavoce unici dei gruppi parlamentari. L’importante è fare squadra, in vista di appuntamenti come le riforme di fisco e giustizia”. In ogni caso, “conviene a tutti, questa federazione. Dovrebbe coinvolgere in prospettiva pure Meloni“. Un concetto ribadito anche dallo stesso Salvini a Radio Anch’io: “Il partito unico del centrodestra? Questo è un dibattito che appassiona i giornalisti ma un po’ meno i cittadini. I partiti non si inventano dalla sera alla mattina… Io ho proposto una federazione, una collaborazione per essere più efficaci”.

Meloni su opposizione ed elezioni – La leader di Fratelli d’Italia torna poi sulla scelta di stare all’opposizione una scelta, su cui la accusano di “lucrare”. “Lo sento dire spesso: ‘Meloni lucra sul suo stare all’opposizione’. Quando decidemmo di restare soli però in tanti prevedevano una nostra sparizione. Ed era davvero un’ipotesi in campo. Ma è stata una scelta per convinzione, non per convenienza“. Quanto al governo Draghi, i rapporti personali con il premier, “possono essere buoni, ma i problemi politici restano. C’è ancora troppa continuità col governo precedente, anche se il lavoro di Figliuolo non è comparabile con quello di Arcuri. – ha aggiunto -. C’è una pericolosa confusione sui vaccini, E ci sono risposte inevase su occupazione, imprese, prima ancora che sullo stop ai licenziamenti perché il tema vero sono le imprese che chiudono”. Meloni è poi convinta che dopo l’elezione del presidente della Repubblica – le operazioni di voto per il suo successore inizieranno a inizio febbraio 2022 – “credo si debba andare subito alle elezioni – ha concluso -, perché siamo una Repubblica parlamentare e le grandi scelte le fa il Parlamento, che non può continuare a essere dominato da M5S e Pd, partiti che non rappresentano affatto la maggioranza del Paese”.

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