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Lavoro

Ultimo aggiornamento: 9:03 del 14 Novembre 2023

“Consegna di mobili fino a 14 ore di fila senza pause. La paga? Ci danno 47 euro al giorno. Lordi”: la protesta dei lavoratori nel Milanese

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“Siamo stufi di lavorare come degli schiavi”. Marco è uno dei lavoratori della cooperativa Tsl Service che ha in appalto il servizio di consegna e montaggio di Mondo Convenienza a San Giuliano Milanese e a Gorgonzola. Non sono solo autisti, ma svolgono più mansioni nello stesso momento. Guidano i furgoni, scaricano le cucine e i mobili per poi trasportarli e assemblarli nelle case dei clienti. Ma da ieri pomeriggio un centinaio di loro ha scelto di incrociare le braccia. Nessuna consegna fino a quando le condizioni di lavoro non miglioreranno. “Ogni giorno iniziamo a lavorare alle sette del mattino senza sapere a che ora finiremo – spiega un altro dipendente – lavoriamo anche 14 ore al giorno, il tutto per 47 euro lordi”. Ovvero quelli previsti dal contratto “multiservizi”.“Le aziende lo applicano perché così risparmiano almeno il 30% rispetto a quello del trasporto, merci e logistica – spiega Adel, funzionario della Filt Cgil di Milano – in questo modo la cooperativa guadagna sulla schiena dei lavoratori”. Da quattro anni vivono questa condizione.

“Corriamo senza fermarci mai – racconta un altro dipendente – possono capitare imprevisti come beccare una consegna al quinto piano senza ascensore al posto di un pian terreno. Così ci dobbiamo spaccare la schiena per trasportarla e montarla per poi sentire i nostri capi rimproverarci perché ci abbiamo messo troppo tempo”. Un problema che non è solo dei lavoratori dei magazzini lombardi. A marzo, la Procura di Ivrea ha aperto un’inchiesta sulle condizioni di lavoro a cui erano sottoposti alcuni dipendenti della Tsl Service per quanto riguarda il deposito di Settimo Torinese. Tutto nasce dalla denuncia di alcuni lavoratori seguiti dall’avvocata Caterina Biafora che ha acceso un faro sulle condizioni di lavoro a cui erano sottoposti. I reati ipotizzati sono maltrattamenti, estorsione e caporalato con l’aggravante della discriminazione razziale. In attesa degli sviluppi dell’inchiesta, sul fronte sindacale i lavoratori non sembrano intenzionati a tornare al lavoro “fino a quando non ci sarà un cambio del contratto”.

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