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Ecco perché ho scritto ‘Viva i contanti’

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Per Bertolt Brecht erano innanzitutto “i discorsi dell’imbianchino”, cioè di Hitler, a spronarlo a comporre poesie. Nel mio piccolo, anzi piccolissimo, ciò che mi spinge a scrivere libri è soprattutto lo sdegno per le frottole propinate agli italiani in tema di denaro, risparmi e previdenza. E ciò vale anche per il mio ultimo libro.

Di per sé non ho nulla da ridire quando uno è favorevole ai pagamenti digitali. Ma ho moltissimo da ridire se, per attaccare i contanti, manipola la realtà. Per questo motivo avevo scritto Il risparmio tradito e La pensione tradita, entrambi ora esauriti. E per questo ora ho scritto Viva i contanti, smontando una serie di falsità che ritornano su quasi tutte le testate. Si può davvero parlare di “giornale unico” (copyright Marco Travaglio e Il Fatto Quotidiano), perché in tema di contanti non si notano differenze apprezzabili fra Corriere della Sera, Repubblica, Sole 24 Ore eccetera.

Il giornale unico ripete che il denaro contante costa all’Italia 10 miliardi l’anno ed eliminarlo farebbe risparmiare 200 euro a testa. A parte l’arrotondamento per eccesso, non è vero niente. La banca centrale tedesca, più trasparente, comunica i suoi costi annui per l’emissione di banconote e monete; e sono nell’ordine dei 60-100 milioni di euro. Sicuramente inferiori quelli della Banca d’Italia, visto che ne emette di meno. Quindi il costo dei contanti per i cittadini italiani è inferiore a 2 euro l’anno a testa. Due euro, non duecento.

Il giornale unico ripete che l’Italia è la pecora nera dell’Europa per l’eccessivo (?) uso dei contanti, in cattiva compagnia tutt’al più con la Grecia. Con cura tiene nascosto che è semmai in buona compagnia con Germania e Austria, dove i pagamenti in contanti sono nell’ordine dell’80%. Se fosse noto, sarebbe più difficile colpevolizzare chi li usa.

Il giornale unico ripete che i contanti trasmettono il Coronavirus. In realtà la Banca Centrale Europea nega tale via di contagio. Il giornale unico ripete che il contante è in via di estinzione. In realtà anche negli ultimi 20 anni le banconote in circolazione sono regolarmente aumentate. Rischiano l’estinzione la foca monaca, il visone europeo eccetera. I contanti invece no. Se la passano benissimo, salvo in contesti molto particolari, come quello svedese.

Il giornale unico parla di contanti sempre soltanto come mezzo di pagamento, mai come riserva di valore, per mettersi al riparo da default e bail-in. Tesaurizzati per tale funzione, è fuori luogo ogni discorso sull’evasione, i pagamenti sul nero, la criminalità organizzata eccetera. Prelevati dal proprio conto e chiusi nella propria cassetta di sicurezza, cosa diavolo c’entra l’evasione fiscale? Anzi, visto che c’ero, ho riportato nel libro un po’ di consigli pratici per chi voglia costituirsi un tesoretto in banconote.

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