“Prima del caso dei vaccini eravamo terrorizzati da ben altro, ovvero dalle trombosi tradizionali venose ma anche dalle embolie polmonari che si sviluppavano nei pazienti Covid in un caso sue tre nelle rianimazioni e in un caso su dieci negli altri reparti”. Pier Mannuccio Mannucci, ematologo con quasi 13oo pubblicazioni scientifiche, professore emerito di Medicina Interna dell’Università Statale di Milano, consulente per l’Aifa, al fattoquotidiano.it dice di guardare alla Gran Bretagna come “dimostrazione lampante che i vaccini servono e funzionano” e ricorda che molti altri farmaci, anche quelli uso più comune come l’Aspirina, possono avere effetti collaterali: “Negli Stati Uniti ci sono 10mila casi all’anno di trombosi gastroenteriche“.

La notizia della sospensione del vaccino Janssen a causa di sei casi sospetti di trombosi riporta l’attenzione sullo studio dei ricercatori tedeschi pubblicato dal New England journal of medicine sulle ipotesi che a innescare la reazione possa essere il Dna libero o il vettore virale. Al momento il vettore sembra “essere il più indiziato”, una notizia che potrebbe incidere sullo sviluppo futuro di composti per prevenire il Covid in considerazione del fatto che, al momento, sono ben 60 le sperimentazioni in corso di vaccini a vettore virale. E che anche il russo Sputnik V è disegnato così e prevede l’utilizzo di due vettori di cui uno è lo stesso utilizzato per Janssen. “Io voglio essere cauto, nulla è stato dimostrato. Certo, per quanto riguarda le cause al momento il vettore è il più indiziato, il meccanismo è immunologico perché succede a distanza e non subito. C’è poi il fatto che colpisca le donne che sono più soggette alle malattie autoimmuni. Ma succede anche negli ambosessi oltre i 70 anni, speriamo bene”.

Professore cosa ne pensa di queste ipotesi? Possiamo pensare che valgano per il vaccino Janssen?
Sappiamo ancora troppo poco dei dati americani rispetto ai casi europei analizzati dai ricercatori tedeschi. La mia opinione è che anche quella del Dna libero resta un’ipotesi. Non c’è ancora una dimostrazione. Quello che invece è certo per i tedeschi e i norvegesi è che ci sono dei casi di piastrinopenia (carenza di piastrine nel sangue, ndr) e poi successiva trombosi legata a un meccanismo autoimmune per cui il vaccino oltre a produrre l’anticorpo verso la proteina Spike produce anche degli autoanticorpi diretti contro le piastrine. Quale sia l’antigene, se sia il Dna libero oppure altro non lo sappiamo e sappiamo ancora meno sul vaccino Johnson&Johnson. L’unico elemento comune è che entrambi sono a vettore virale, uno (Astrazeneca, ndr) dello scimpanzè, l’altro adenovirus umano. Anche quella del vettore è una ipotesi anche se è il più indiziato.

Ma questa reazione che si scatena non potrebbe essere una sorta di rigetto dovuto a Dna libero?
La reazione del rigetto si verifica per un meccanismo ben diverso. Anche dal punto di vista clinico la reazione è diversa. Io non mi sento di fare troppe speculazioni. Sappiamo troppo poco. E credo che alla gente non interessi sapere se è il Dna libero o il vettore, sono tutte ipotesi non ancora provate.

Inoltre esistono casi di trombosi, anche se diverse, per i vaccini a Rna messaggero.
Sì, ci sono dei casi di trombosi diciamo tradizionali e delle piastrinopenie autoimmuni tipiche, che conosciamo bene e che si possono sviluppare raramente con qualunque altro farmaco. Tenga presente che le trombosi nelle persone giovani hanno una frequenza di un caso ogni 1000 persone all’anno, 60mila in Italia e faccia pure il calcolo per gli Usa. Possono svilupparsi anche coincidentalmente dopo il vaccino perché sono manifestazioni cardiovascolari abbastanza frequenti. La trombosi è terza malattia cardiovascolare più frequente dopo l’infarto e l’ictus. Casi di trombosi per i vaccini a Rna messaggero sono stati descritti ma non sono superiori alle incidenze attese.

Con il blocco di questo vaccino, anche se temporaneo, c’è il rischio di un altro colpo alla campagna vaccinale. Le persone non si fidano.
Ho assistito a tutte le ondate del Covid. Prima del caso dei vaccini eravamo terrorizzati da ben altro: ovvero dalle trombosi tradizionali venose ma anche dalle embolie polmonari che si sviluppavano nei pazienti in un caso sue tre nelle rianimazioni, in un caso su dieci negli altri reparti. Siamo di fronte a numeri ben diversi. Per questo è importante la vaccinazione. E sono preoccupato del fatto che non arrivi la fornitura, anche se spero che arrivino più dosi Pfizer. Perciò dico alle persone oltre i 60 anni, che sono quelle a rischio di morire, perché i giovani si possono ammalare ma non muoiono, che è importante la vaccinazione. Lasciamo stare le disorganizzazioni di cui la mia regione è un esempio, il vero problema è che mancano le dosi. Una storia catastrofica, speriamo di compensare con altri vaccini.

I vaccini secondo la comunità scientifica sono migliorabili.
Teoricamente è possibile, è quello che si fa con il vaccino antinfluenzale tutti gli anni. Però al momento non è stato fatto, tecnicamente è possibile. Ed è più facile con i vaccini a Rna. Comunque quanto accade in Gran Bretagna, con il crollo dei casi di morte, è la dimostrazione lampante che i vaccini servono e funzionano perché lì erano messi peggio di noi. Poi si vedrà cosa succederà più avanti, anche perché potrebbe essere che come con l’influenza ci sarà bisogno di una dose ogni anno.

A chi ha paura cosa possiamo dire?
Alcuni colleghi fanno l’esempio dell’Asprina, che è un farmaco conosciuto da 100 anni, è usato moltissimo ed è utile nelle malattie cardiovascolari; però per esempio negli Usa sono registrati 10mila casi di emorragie gastroenteriche all’anno. Ci sono tanti farmaci che hanno effetti collaterali. E oggi (ieri per chi legge, ndr) quanti morti ci sono?

I nuovi casi sono 13.447, 476 morti: oltre 115mila vittime da inizio pandemia.
I morti sono ancora tantissimi. Io guardo a questo. Ci siamo abituati a questi numeri ed è come se cadessero due aerei al giorno. Siamo arrivati a un punto in cui siamo contenti quando i morti sono 250. È una cosa folle.

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