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Napoli: "Difficile aiutare chi ha un affitto in nero o ha chiesto soldi a usura" - 7/7

Un anno fa, con il lockdown, le Caritas diocesane sono state travolte dalle richieste di aiuti alimentari. Poi nei centri di ascolto di Milano, Genova, Torino, Treviso, Roma, Napoli e Palermo sono arrivate persone che mai avrebbero pensato di non farcela da sole: la classe media che con la pandemia è finita gambe all'aria. E le necessità sono cambiate. Così è un nato un welfare parallelo a quello statale che comprende progetti di riqualificazione professionale, tirocini, finanziamento di piccoli progetti di lavoro autonomo
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Napoli: “Difficile aiutare chi ha un affitto in nero o ha chiesto soldi a usura”

“Nell’ultimo anno abbiamo registrato un 80% di richieste in più, dopo che nel 2019 le presenze nei centri di ascolto erano calate grazie a Rei e poi reddito di cittadinanza”, racconta Ciro Grassini, responsabile dell’Osservatorio regionale Caritas sulla povertà. Le famiglie aiutate sono state oltre 14mila. “Con il Covid sono arrivati da noi non solo lavoratori in nero che hanno perso l’impiego, ma anche titolari di attività commerciali, piccoli professionisti, ristoratori. Oltre ai cassintegrati che in attesa dell’assegno si sono trovati in difficoltà anche nel comprare il cibo, in una prima fase”. Con il proseguire dell’emergenza, le attività si sono diversificate: “Nella diocesi di Pozzuoli, che comprende anche quartieri di Napoli come Fuorigrotta, abbiamo appena aperto un emporio solidale come quelli già attivi a Benevento e Castellammare”. Ora, con la terza ondata, anche qui sono in aumento i casi di famiglie che non riescono a pagare mutuo, affitto o utenze. “Con la copia del contratto paghiamo noi. Il problema è quando l’accordo è in nero. Allo stesso modo non possiamo far nulla per chi ha chiesto un prestito a usura: situazioni che, da quel che vediamo qui, stanno diventando più frequenti. Parliamo di persone che non sapevano a chi rivolgersi, hanno chiesto a un amico che magari ha consigliato di rivolgersi a un conoscente… e alla fine si sono ritrovate in una spirale. Noi consigliamo di denunciare, per chiedere poi il supporto delle fondazioni antiusura. Ma molti non vogliono”.

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