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Morte Davide Astori, pm chiede la condanna a un anno e mezzo per il medico Giorgio Galanti

A Firenze il processo con rito abbreviato per la morte dell’ex capitano della Fiorentina che venne trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 in una camera d’albergo a Udine. Unico imputato per omicidio colposo il medico ché rilascio al calciatore due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio nel luglio 2016 e nel luglio 2017
Morte Davide Astori, pm chiede la condanna a un anno e mezzo per il medico Giorgio Galanti
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Una condanna a un anno e 6 mesi per omicidio colposo: è questa la richiesta formulata dal pm Antonino Nastasi nei confronti del medico Giorgio Galanti, imputato a Firenze nel processo con rito abbreviato per la morte di Davide Astori, l’ex capitano della Fiorentina che venne trovato senza vita la mattina del 4 marzo 2018 in una camera d’albergo a Udine dove era in trasferta con la squadra.

Galanti, difeso dall’avvocato Sigfrido Fenyes, all’epoca dei fatti contestati era direttore sanitario del Centro di riferimento di medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. La procura di Firenze gli contesta il rilascio ad Astori di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. Secondo una consulenza tecnica effettuata da periti incaricati dalla procura, i certificati di idoneità vennero rilasciati nonostante fossero emerse, nelle rispettive prove da sforzo, aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi al fine di escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena.

Se fosse stata diagnosticata mentre si trovava in una fase iniziale, sarebbe stato possibile interrompere l’attività agonistica di Astori e, tramite la prescrizione di farmaci, rallentare la malattia e prevenire l’insorgenza di “aritmie ventricolari maligne“. Per l’accusa, Astori morì proprio per la mancata diagnosi di una cardiomiopatia aritmogena diventricolare.

La visita del 2016 evidenziò un’aritmia del ventricolo sinistro, quella del 2017 una “sporadica extrasistolia ventricolare non precoce, singola a due morfologie per tutta la durata della prova”, originata da “due focolai distinti”. Nel corso della prima udienza del processo, lo scorso febbraio, sono stati ascoltati i due tecnici che hanno redatto la perizia disposta dal giudice, secondo la quale la morte del giocatore non avrebbe potuto essere evitata. Oggi al Palazzo di giustizia a Firenze era presente anche Francesca Fioretti, all’epoca compagna di Astori.

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