Nessuna benedizioni degli ulivi della Domenica delle Palme. È la protesta messa in atto da Don Giulio Mignani, prete ligure che amministra una decine di parrocchie, dopo il pronunciamento della Congregazione per dottrina della fede che ha negato la benedizione alle unioni omosessuali. Una scelta, spiega all’Adnkronos, per “suscitare una riflessione” su un documento che “ha provocato tanto dolore tra le persone Lgbt della comunità cattolica e anche in me”.

Don Giulio Mignani ha reso nota la sua decisione ieri, al termine della celebrazione a Bonassola: durante la predica ha espresso la sua posizione ricevendo l’applauso dei fedeli. “Sto ricevendo tante chiamate di approvazione – racconta all’Adnkronos don Giulio. La chiamata di una signora di Roma che vive con una compagna mi ha poi fatto commuovere. C’è chi mi ha detto di essere orgoglioso di avere un parroco come me anche se ovviamente so che c’è anche chi è in disaccordo”. Don Giulio racconta di aver provato dolore dopo aver letto il documento dell’ex Sant’Uffizio: “Mi è sembrato giusto schierarmi accanto alle persone omosessuali. Per Gesù vengono prima le persone ma quando ho sentito quelle parole così dure ho pensato si dovesse fare qualcosa”.

Il gesto di don Giulio vuole quindi essere anche un monito alla Chiesa: “Lo ho fatto per amore alla Chiesa perché non sono le persone omosessuali a rimetterci perché loro sono benedette da Dio. Chi ci rimette è la Chiesa. Come non accorgersene”. Don Mignani non nasconde anche qualche dubbio sull’avvallo del Papa al documento: “Alla fine viene qualche dubbio sul suo pensiero. Allora anche lui pensa queste cose così pesanti. Io sono per il bene delle persone perché documenti di questo tipo provocano dolore in tante persone, un prezzo troppo alto”. Da qui la scelta di protestare.

Don Giulio spiega che la mancata benedizione delle Palme era maturata in prima battuta per l’emergenza pandemica per evitare assembramenti ma poi, come ha detto ai fedeli in chiesa, “sono estremamente contento che questa mia decisione di non benedire le palme e gli ulivi avvenga a pochi giorni dalla pubblicazione del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede nel quale viene ribadito il divieto anche solo di benedire le unioni di persone dello stesso sesso. Divieto che viene accompagnato dall’affermazione che si può benedire il “peccatore” (cioè la singola persona omosessuale) ma non il “peccato” (cioè non la famiglia che quella persona ha eventualmente formato)”. “Nella Chiesa – osserva ancora – si benedice di tutto (non solo le palme ma a volte, purtroppo, sono state benedette anche le armi) però… non si può benedire l’amore vero e sincero di due persone perché omosessuali. Ma, ancora più grave, è il fatto che si continui a chiamare ‘peccato’ questo loro amore”.

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