Titoli Volkswagen con il turbo sulla borsa di Francoforte dove crescono di quasi l’8%, dopo la diffusione dei conti 2021 del secondo gruppo automobilistico al mondo. E’ comunque da tempo che il mercato sta premiando il produttore tedesco. Nell’ultimo anno il rialzo delle azioni supera il 110%, con il valore del titolo quasi raddoppiato dallo scorso novembre ad oggi. Solo nell’ultimo mese il balzo è stato di circa il 30%.

Come tutti i concorrenti anche Volkswagen ha pagato gli effetti della pandemia, chiudendo il 2020 con ricavi in diminuzione di quasi il 12% a 222 miliardi di euro e guadagni in discesa del 37% a 8,8 miliardi di euro.
I diversi marchi del gruppo (oltre a Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, Porsche, Bentley, Bugatti e Lamborghini) hanno venduto nel 2020 9.157.000 vetture, il 16,4% in meno rispetto al 2019.

La casa tedesca rimane comunque in utile, i risultati sono nel complesso migliori delle attese e già per quest’anno si attende un recupero della capacità di generare profitti. Sulla base dei risultati 2020, il gruppo ha proposto un dividendo di 4,8 euro per azione (4,86 per le privilegiate) cioè gli stessi livelli dello scorso anno. L’atteggiamento sulle varie motorizzazioni è molto pragmatico. Volkswagen prevede di vendere già quest’anno un milione di auto “ibride”. Punta con decisione sullo sviluppo di vetture elettriche ma con un certo realismo sui tempi della transizione che saranno verosimilmente più lenti e graduali di quanto lascino intendere certe previsioni arrembanti.

“L’elettrificazione e la digitalizzazione stanno cambiando i veicoli più velocemente e in modo più radicale che mai”, ha affermato l’amministratore delegato della casa tedesca Herbert Diess. Il numero uno ha però anche ribadito che il gruppo ha deciso di “non impegnarsi nel fissare una data per la fine della tecnologia dei motori a combustione”, cioè quelli a benzina e diesel. Questo “per effetto delle differenze locali nella produzione di energia elettrica e in base alle condizioni normative”. Diess ha quindi affermato che la produzione dei modelli tradizionali, con “motori termici ad alta efficienza” proseguirà anche dopo il 2030 per supportare con accresciuta profittabilità gli investimenti per l’elettrificazione. “Vogliamo assicurarci una pole position a lungo termine nella corsa per la migliore batteria e la migliore esperienza del cliente nell’era della mobilità a emissioni zero” ha affermato ieri Diess annunicando un investimento di altri 400 milioni di euro per lo sviluppo della rete europea di punti di ricarica.

Articolo Successivo

Il mattone resiste al Covid, secondo l’Istat prezzi delle case in aumento anche nel 2020. Boom a Milano (+ 12%)

next