Intervento flash del presidente del Consiglio Mario Draghi subito prima della firma a palazzo Chigi del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”. Draghi ha parlato pochi minuti ricordando che questo anno di pandemia ha messo in luce come “Il buon funzionamento del settore pubblico è al centro del buon funzionamento della società. Questo è sempre vero, con la pandemia è ancora più vero”. Se la P.A. funziona male, ha aggiunto il presidente del Consiglio, “la società diventa più fragile, più ingiusta. Consideriamo il ruolo centrale delle lavoratrici i e lavoratori pubblici”.

Il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che, anche a fronte di un età media piuttosto elevata dei lavoratori pubblici (51 anni) sia necessario inserire nuove professionalità, fare investimenti in formazione, utilizzare nuove forme di lavoro come lo smart working e adottare nuove regole. Draghi ha quindi ricordato che per “la formazione” della pubblica amministrazione, “si spendono ben 48 euro, e lo dico ironicamente, per la formazione e c’è un solo giorno dedicato alla formazione del personale pubblico”.

‘Nel corso delle consultazioni ho avuto modo di esprimervi quanto io tenga a questo confronto e questo dialogo” ha affermato poi Draghi rivolgendosi ai segretari dei sindacati confederali. “Il patto è sicuramente un evento di grande importanza, per il metodo, per il contenuto e per questa relazione di dialogo che c’è. Ma è, ricordiamocelo, il primo passo. Molto, se non quasi tutto, resta da fare”, ha concluso il primo ministro.

Subito dopo l’intervento di Draghi la firma del patto sottoscritto dallo stesso presidente del Consiglio, dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta e dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.

“La scelta del presidente Mario Draghi di valorizzare con la sua firma l’accordo di oggi pone questo nuovo inizio sotto i migliori auspici, per il Paese e per la sua capacità di puntare sulla responsabilità di tutte le parti per costruire un Piano nazionale di Recovery e resilienza che investa sullo Stato e sui suoi servitori”, ha affermato il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

“Con la firma di oggi vogliamo mettere le basi per la costruzione di una nuova Italia, partendo dalle intuizioni di Carlo Azeglio Ciampi per avviare un percorso che investa sulle parti sociali, sull’innovazione. È lo spirito di allora che bisogna recuperare e che ricordo personalmente per l’onore che ho avuto di poter dare il mio contributo come consigliere della presidenza del Consiglio di allora”, ha spiegato Brunetta, aggiungendo, “La firma di oggi assegna alla coesione sociale non una semplice ripetizione retorica, ma un valore fondante di uno Stato che si rinnova, si modernizza sul valore della persona e della partecipazione”, afferma Brunetta.

“E’ un atto molto importante sia per i contenuti del Patto sia per il significato che esso ha. La scelta di investire sul lavoro, sull’innovazione del lavoro pubblico, sulla buona occupazione, sulla formazione, sull’investimento per un miglior funzionamento della macchina pubblica e quindi per migliorare i diritti e le condizioni dei cittadini credo sia un obiettivo molto importante”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “L’accordo esprime valori e contenuti importanti sia per il mondo del lavoro pubblico sia per il Paese, guardando al presente e al futuro, per vincere la sfida della pandemia, della crisi economica e sociale e del cambiamento della Pa”, commenta il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra.

– “Abbiamo sottoscritto un accordo importante che risponde alle nostre esigenze che unitariamente facevamo da tempo. Investire nella Pa e garantire una Pubblica amministrazione efficiente è nell’interesse dei cittadini italiani”, è infine la valutazione del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.

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