L’attesa è montante come un soufflé che si sgonfia subito. Mi metto in visione con la mia socia Roselina Salemi e l’artista Carla Milesi. Sanremo come da social protocollo va visto in compagnia. Ci deliziamo con spaghetto alla carbonara e poi già primo dilemma da sciogliere – da fare con uova intere o solo rosso? Sanremo va visto a pancia piena. Ma la vera indigestione è quella di strass, luccichii, piume, canzonette, gag…

Effetti speciali. Fiorello fa la sua entrée regale alla Wanda Osiris sotto un mantello di fiori che pesa un accidenti e chiosa: “L’ho rubato nel camerino di Achille Lauro”. La platea è fatta di poltroncine rosse, tutte vuote, per protocollo sanitario. Gli applausi ci sono, ma sono finti. Non hanno voluto neanche i figuranti. Fiorello ci attacca subito una battuta: “Il figurante è come il politico. È pagato per stare seduto su una poltrona. Ma il primo se ne va, il secondo non lo schiodi”.

Chi graffia di più. Le “unghiate”: chi ce le ha più lunghe. Quelle di Arisa con extension sono rosso vermiglio, come il tailleur dalle spallone esagerate. Look vampesco e coda di cavallo chiusa dentro un cilindro d’acciaio che fa un po’ samurai. Le unghie di Achille Lauro sono lunghissime, appuntite e verniciate di blu elettrico. La mise da angelo demoniaco è stata anticipata da una descrizione lunga una pagina: jumpsuit a collo alto interamente ricamata con motivo chevron in paillettes argento e celeste, paraspalle in metallo sagomato argento con profili di strass e imbottitura in mesh rosa, collare in piume di struzzo rosa, parabraccia in metallo sagomato foderati in mesh rosa, jockstrap in metallo sagomato e pelle martellata argento, stivaletti con platform a tacco alto in pelle argento. Aggiungo alla mia maniera: il “proteggipalle” scintillante lo corazza come un gladiatore nell’arena.

Sanremo e il sociale. Loredana Bertè insiste sul look Morticia rockettaro d’antan, che non le dona ma lei non fa classica. La voce è roca, stridente ma ha un suo carattere. E porta in scena un paio di décolleté rosse, simbolo contro la violenza sulle donne. Nell’annus horribilis 2020 le richieste d’aiuto sono triplicate in seguito ai continui lockdown e le chiamate di denuncia sono aumentate del 107% rispetto al 2019. Per favore, non dimentichiamocene.

Sale sul palco un altro simbolo, quello della lotta al “virus cinese”, l’infermiera Alessia Bonari che durante la pandemia, dopo un turno estenuante di 15 ore, postò una foto diventata virale sui social con irritazione cutanea dovuta alla mascherina. Ha 23 anni, è vestita come una top model e fa la sua figura. Dice che la sua vita non è cambiata dopo quella foto, ma noi non ci crediamo.
“La nostra è una generazione di individui aperti. Non deve farsi ingabbiare”, questo il messaggio dei Måneskin, il gruppo hard/rock/arrabbiato, che punta alla rivoluzione del cambiamento. Ma tanto il format Sanremo, da 71 anni anni uguale a se stesso, non cambierà.

Prego Madame: è la più giovane cantante in gara, 18 anni, il suo vero nome sarebbe Francesca Calearo. E già milionaria di visualizzazioni e prima di salire sul palco si è veracemente instagrammata: “Ho troppo ansia. Chi me lo ha fatto fare!” E intanto la scalinata la scende a piedi nudi. Con meno rischi di inciampare. A me invece lasciate fare un pronostico: la ragazza ha stoffa e “Voce” (così tra l’altro si chiama il suo brano) e merita un posto sul podio.

La prima serata è andata così. Gli ascolti non sono stati così premianti. Ma può solo migliorare.
Per favore, non prendiamocela con i conduttori se il Festival è lungo e noiosetto, cinque ore di chiacchiere e canzonette. Ma l’ordine di scuderia era: fatelo durare il più possibile. Per esigenze “spottesche”. È la pubblicità che paga, bellezza!

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