Beppe Grillo, Alessandro Di Battista, Virginia Raggi, ma soprattutto Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle. O, meglio, il futuro di Conte dentro il M5s. Un tema su cui Luigi Di Maio non ha dubbi: per il ministro degli Esteri l’ingresso ufficiale dell’ex premier all’interno del movimento sarebbe un’opportunità, la chiusura di un processo di crescita. In poche parole: una svolta. “Sarei veramente felice di un passo avanti di Conte dentro il M5S – ha detto Di Maio in un’intervista a Repubblica – Quando sono stato eletto capo politico nel 2017 avevo un obiettivo: portare i 5 stelle fuori dalle ambiguità. Sono stato il primo a dire che non dovevamo più parlare di uscita dall’euro, che bisognava smettere di fare leggi che burocratizzavano il Paese – ha spiegato – Ho detto al Financial Times che la Nato non andava abolita e che non dovevamo uscirne. Il Movimento è ora su una linea moderata, atlantista, saldamente all’interno dell’Ue. Questa evoluzione si può completare con l’ingresso di Conte – è il messaggio del ministro – L’ex premier, che ha rappresentato questi valori, metta la parola fine alle nostre ambiguità e ai nostri bizantinismi. Io rispetto tutto – ha continuato – ma l’assemblearismo estremo finisce solo per dare un’immagine di caos. Se si sta parlando di far entrare Conte, significa che a un anno da quando ne ho lasciato la guida il Movimento ha realizzato che senza una leadership forte non si va da nessuna parte”.

Comunque la si veda, Di Maio è convinto che si tratti di un processo di perfezionamento del M5s, che “è cresciuto, maturato. Questo governo rappresenta il punto di arrivo di un’evoluzione in cui i 5 stelle mantengono i propri valori, ma scelgono di essere finalmente e completamente una forza moderata, liberale, attenta alle imprese, ai diritti, e che incentra la sua missione sull’ecologia. Tutta la trattativa con il premier Draghi è stata fatta sul ministero per la Transizione. Questo per noi è un nuovo inizio”. Molti pensavano “che la nostra base non avrebbe capito, ma il 60% ha votato sì a un esecutivo che nessuno si aspettava. Penso che l’esperienza di governo abbia portato a un’evoluzione dei 5 stelle, oggi completa – aggiunge – Lo dico con profondo rammarico e con grande tristezza, ma credo che le defezioni che abbiamo vissuto in questi giorni non potessero che andare così”. Per l’ex capo politico questa Non deve considerarsi una scissione, ma è evidente che lo spazio “per i nostalgici dell’Italexit è scomparso da tempo. Puntiamo agli Stati Uniti d’Europa, a un progetto ancorato a determinati valori in cui gran parte del M5s e degli italiani si riconoscono”. Di Maio non crede “sia in pericolo il patto con Pd e Leu. Abbiamo davanti le amministrative. Mettiamo tra parentesi Roma, perché il mio e nostro sostegno a Virginia Raggi non è negoziabile. Ho proposto l’idea di un tavolo comune sei mesi fa, facciamolo”.

Tornando alla politica nazionale, Di Maio spiega di aver “lavorato affinché il Conte due potesse andare avanti, sia nella mediazione con Italia Viva, e in alcuni momenti abbiamo peccato di ingenuità, sia con gli appelli parlamentari ai cosiddetti costruttori, sui quali avevo messo in guardia: sapevo che non sarebbe stato facile, ma nessuno si è speso più di me per riuscirci. Il Conte due è nato intorno a un Pd a trazione renziana. Ho lavorato benissimo con tutti, Zingaretti, Gualtieri, Franceschini, Guerini, Bettini, e sono stati una scoperta. Nessuno però poteva illudersi che Renzi sarebbe rimasto fermo sui banchi del Senato a premere il pulsante”. C’erano possibilità di andaer avanti col Conte ter? “Se qualcuno aveva dubbi – risponde Di Maio – non dovrebbe averli ora che di Mes e prescrizione non si parla più”. Sul tema della giustizia, “sto apprezzando l’equilibrio della ministra Cartabia nel cercare di gestire una maggioranza che ha idee diverse sul tema e ho fiducia nel lavoro che farà, così come sono orgoglioso del lavoro fatto da Alfonso Bonafede. Ora stiamo seguendo la scrittura del decreto per il ministero della Transizione ecologica. Nelle prossime ore andrà in Consiglio dei ministri. Grillo è un visionario, guarda avanti di dieci anni. Una parte di noi non capisce cosa stia accadendo, ma dobbiamo completare la nostra missione, fare ancora di più sull’ecologia”. Si riferisce a Di Battista? “Con Di Battista ci continuiamo a parlare – dice – È stato un dolore vederlo lasciare di nuovo il Movimento, ma ho imparato in questi anni a dividere l’amicizia dalla politica. Con Alessandro ho un legame indissolubile, abbiamo subìto gli stessi attacchi, diviso gli stessi palchi. Doveva andare così, anche se fino alla fine ho sperato il contrario”.

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