L’andata degli ottavi di finale di Champions League, oltre alla riscoperta del bello, è servita a certificare il livello planetario di due giocatori che hanno oscurato i giorni infrasettimanali di Messi e Cristiano Ronaldo. Il primo, Kylian Mbappé, s’è messo la corona al Camp Nou, la casa dell’argentino, realizzando la tripletta che ha lanciato il Psg, mentre il secondo, Erling Haaland, ha guidato la rimonta del suo Dortmund sul campo del Siviglia con una doppietta che gli ha garantito il primato momentaneo nella classifica marcatori.

Per capire l’importanza dei due nuovi fuoriclasse del calcio mondiale è necessario dare una rapida sbirciatina alle statistiche. Con i tre gol messi a segno nello stadio del Barcellona, Mbappé ha eguagliato l’unico precedente di Shevchenko che nel 1997 firmò in Catalogna la sua tripletta con la maglia della Dinamo Kiev. A soli 22 anni è riuscito a diventare il terzo marcatore della storia del Psg, superando Pauleta e piazzandosi alle spalle dei soli Cavani e Ibrahimovic. Ma il dato impressionante è un altro. Nelle 41 partite disputate in Champions, il campione del mondo 2018 è stato protagonista con 24 reti e 17 assist.

Haaland è una macchina da guerra. Spietata e inesorabile. Il suo nome iniziò a circolare prepotentemente nella calda primavera del 2019, quando al Mondiale Under 20 fece piangere di vergogna (non è una forzatura, è la verità) la povera nazionale dell’Honduras bucando il tabellino per ben nove volte nel 12-0 finale della Norvegia. Il dibattito su chi sia l’attuale numero 9 più forte è aperto, però la strada intrapresa è nitida e ci parla di un attaccante che riesce a superarsi partita dopo partita. In Champions 18 reti in appena 13 gare, mai nessuno aveva impiegato così poco tempo. E pensare che l’ex gioiellino del Salisburgo, nato a Leeds quando papà Alfie era un apprezzato giocatore di Premier, non ha ancora compiuto 21 anni.

Mbappé, già in corsa per prendersi il primo Pallone d’Oro della carriera, è anche diventato un “prodotto” mediatico. La Nike lo controllerà fino al 2029 e gli ha regalato una collezione di scarpe personalizzata, l’Electronic Arts ha piazzato il suo faccione sulle copertine di FIFA 21. Le altre partnership siglate dal campione francese abbracciano i settori più disparati: si va da Hublot (azienda svizzera produttrice di orologi di lusso) a Bulk Homme, marchio giapponese per la cura della pelle. A Parigi se lo godono e iniziano a mettere in discussione l’utilità del possibile arrivo di Messi. Prima, però, bisognerà firmare il rinnovo del contratto in scadenza nel 2022. La volontà di Mbappé, non facilmente realizzabile considerando il contesto attuale, è quella di raggiungere i circa 30 milioni netti di Neymar. E sullo sfondo continua a esserci il Real Madrid.

I 200 milioni richiesti dal patron Al-Khelaifi potrebbero sconvolgere i movimenti di una società messa in crisi dalla pandemia e che quest’anno (non succedeva dal 1980) non ha portato a termine alcuna operazione di mercato in entrata. Per far vestire la camiseta blanca a Mbappé, Florentino Perez dovrebbe farsi carico di alcuni debiti per finanziare il trasferimento, sperare che negli anni la ristrutturazione del Bernabeu porti i suoi frutti, ottenere circa 100 milioni dalla vendita di giocatori ai margini del progetto e confidare nella voglia di un campione che da ragazzo aveva la cameretta tappezzata dai poster di Cristiano Ronaldo.

Discorso nettamente opposto per Haaland. Nel 2022 il centravanti norvegese potrebbe essere “regalato” per soli 75 milioni. La regia, neanche a dirlo, è di Mino Raiola. Al momento della trattativa tra Salisburgo e Dortmund, il potente procuratore (oltre ad aver intascato una maxi-commissione) avrebbe fatto inserire questa clausola valida dalla prossima estate e che sta già intrigando tutti i top club. O almeno quelli che potranno permetterselo. Il Borussia è ancora alla ricerca della propria identità dopo il terremoto provocato dall’esonero di Favre: se in Champions va, in Bundesliga stenta. Il titolo ormai è una questione riservata a Bayern Monaco e Lipsia, che di fatto sta lasciando il club giallonero a un bivio. Cedere adesso l’attaccante con l’obiettivo di monetizzare un po’ più del dovuto o tenerlo un altro anno e lascarlo scappare a 75 milioni?

Il calcio è uno sport che ci ha regalato un’infinità di campioni. E raramente, forse quasi mai, si è avuta la fortuna di godere di un duello così ferrato direttamente dalla poltronissima. Messi ha cannibalizzato il gioco in smoking, rivelando eleganza e passione che appartengono alle stelle del tango argentino. Ronaldo lo ha fatto con l’etica del lavoro, evolvendosi anno dopo anno in un androide che non ammette errori. Le carte d’identità ci svelano quasi un passaggio di consegne con Mbappé e Haaland. Per i più critici il dubbio è uno solo. Entrambi stanno già toccando vette altissime. Bisognerà soltanto capire se saranno in grado di mantenersi su questi livelli per più di un decennio. Come hanno fatto egregiamente i loro predecessori.

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