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Ultimo aggiornamento: 16:46 del 19 Febbraio 2021

Caso Gregoretti, Salvini: “Si decideva e si festeggiava tutti insieme. Non ho mai puntato il dito contro nessuno perché non c’è reato”

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“A rischiare 15 anni di galera sono io. Tutti pontificano, tutti chiacchierano, ma in aula bunker dove ci sono i processi di mafia c’è Matteo Salvini”. Il ritornello è sempre lo stesso e a pronunciarlo anche oggi è il segretario della Lega al termine dell’udienza per il caso Gregoretti. Salvini rischia un processo per sequestro di persona per avere trattenuto a bordo della nave della Guardia costiera 131 migranti nell’estate 2019. A comparire come testimoni, in una delle aule bunker del penitenziario Bicocca, a Catania, sono stati i ministri Luigi Di Maio e Lucia Lamorgese. Entrambi però hanno deciso di evitare ogni contatto con giornalisti e telecamere.

Davanti ai microfoni, al termine dell’udienza davanti il giudice Nunzio Sarpietro, si è invece presentato Salvini. Accanto a lui Giulia Bongiorno, pure lui ministra del primo governo Conte ma adesso legale del segretario del Carroccio. “Io oggi ho sentito una ricostruzione coerente e corretta dei fatti – spiega il senatore leghista -. Quello che facevamo lo facevamo insieme. Lo decidevamo insieme, lo festeggiavamo insieme”. “Non abbiamo chiamato mai altri a correi – aggiunge – nel senso che io non ho mai alzato il dito contro Conte, Di Maio, Lamorgese che non sono colpevoli neanche loro perché molto semplicemente riteniamo che non ci sia alcun reato. Tutti – ha concluso Salvini- attuavano le stesse politiche di governo”.

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